Campanella amara: dietro la riapertura delle scuole un’emergenza educativa

Mentre 650 mila studenti tornano in aula, la regione affronta un crollo delle iscrizioni, una dispersione scolastica tra le più alte d’Italia e livelli di apprendimento allarmanti.

La Sicilia registra 8.500 studenti in meno rispetto all’anno precedente e oltre 600 cattedre eliminate, segno tangibile del calo demografico e della crisi del sistema scolastico. Nonostante il dato nazionale sia sceso sotto il 10%, la Sicilia resta tra le peggiori regioni per abbandono scolastico, con una percentuale che supera il 15%, il doppio rispetto alle regioni più virtuose. I test Invalsi rivelano che quasi un quarto degli studenti siciliani di terza media non raggiunge le competenze attese, con livelli paragonabili a quelli della quinta elementare. Palermo e Trapani sono tra le ultime in Italia per rendimento scolastico. Anche Agrigento, Catania, Caltanissetta, Enna e Siracusa figurano tra le venti peggiori città italiane. La scarsa preparazione alimenta sfiducia, demotivazione e mancanza di prospettive, aggravata da contesti socio-economici difficili e da un’offerta educativa insufficiente. Secondo Eurostat, il 15,2% dei giovani siciliani tra 18 e 24 anni ha solo la licenza media e non è coinvolto in alcuna attività formativa, contro una media nazionale del 9,8%. Peggio solo Bolzano, Sardegna e Campania.