Allarme per la nuova variante Covid. Cosa sappiamo e i sintomi

Epidemiologo Ciccozzi: “La crescita dei contagi in Italia è legata all’endemicità del virus, non alla nuova mutazione”
La nuova variante “Lp.8.1” si sta diffondendo in Asia, ma non desta preoccupazione clinica. Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Bio medico di Roma chiarisce: “La crescita dei contagi in Italia è legata all’endemicità del virus, non alla nuova mutazione. Fa parte dell’endemia del virus. Nessun allarmismo ma serve monitoraggio”. LP.8.1 sta facendo aumentare i casi in Asia, a Singapore e Hong Kong ma anche in Europa e in Italia. Ha senso continuare a rivaccinare contro il Covid? “Sì – spiega Marco Cavaleri, esperto italiano che all’Agenzia europea del farmaco Ema e responsabile Public Health Threats e presiede l’Emergency Task Force (Etf) – l’idea è quella di continuare a fare campagne mirate. Il virus Sars-CoV-2 si è diffuso non soltanto nei mesi freddi, ma ha comunque ancora un atteggiamento piuttosto imprevedibile con le sue ondate, i suoi cicli di diffusione”. E aggiunge: “Comunque i mesi invernali sono quelli in cui le infezioni virali respiratorie causano i maggiori problemi con le ospedalizzazioni. Quindi rimane un punto valido per fare campagne vaccinali in soggetti che sono particolarmente a rischio, pensando al Covid, ma anche all’influenza e al virus respiratorio sinciziale (Rsv)”.
Cosa sappiamo della variante LP.8.1
In realtà, la variante LP.8.1 non è una nuova arrivata delle ultime settimane. Rilevata per la prima volta nel luglio 2024, tra marzo e aprile 2025 è diventata quella dominante in diverse aree del mondo, compresi Stati Uniti e Regno Unito. Questa variante appartiene al lignaggio JN.1, a sua volta della famiglia Omicron. Nello specifico, discende da KP.1.1.3, che si era formata a sua volta da JN.1, responsabile di importanti ondate in tutto il mondo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.
I sintomi
Per quanto riguarda i sintomi, da quanto è emerso finora non sembrano essere più gravi di quelli prodotti da altri ceppi circolanti. Per il momento, è importante ricordare che in un comunicato stampa di febbraio 2025, l’Oms ha valutato come “basso” il rischio aggiuntivo per la salute pubblica rappresentato da LP.8.1 a livello globale.
Fonte Rai News