Al sud più spreconi: ogni settimana 620 grammi di cibo finisce nella spazzatura

Le famiglie con figli riducono lo spreco del 17% rispetto a quelle senza
L’Italia migliora, ma resta indietro. Ogni cittadino butta via in media 555,8 grammi di cibo a settimana: più della Germania (512,9 g), della Francia (459,9 g), della Spagna (446,5 g) e dei Paesi Bassi (469,5 g). È quanto emerge dal nuovo rapporto Waste Watcher, presentato in occasione della Giornata internazionale contro perdite e sprechi alimentari. A dieci anni dall’Agenda ONU 2030 e nove dalla legge Gadda, il Paese ha ridotto lo spreco alimentare di 95 grammi rispetto al 2015, ma il traguardo fissato per il 2030 – 369,7 grammi settimanali – è ancora lontano. E il confronto europeo non lascia dubbi: l’Italia è ancora tra le più “sprecone”.
Dati in calo, ma non basta L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di 1000 italiani nel mese di agosto 2025, mostra un miglioramento rispetto all’estate precedente (683 g nel 2024), ma con forti disparità territoriali:
- Centro Italia: 490,6 g (area più virtuosa)
- Nord: 515,2 g
- Sud: 628,6 g (maglia nera)
Chi spreca meno
- Le famiglie con figli riducono lo spreco del 17% rispetto a quelle senza.
- I grandi comuni sono più attenti (-9%) rispetto a quelli di medie dimensioni (+16%).
I cibi più sprecati
- Frutta fresca: 22,9 g
- Verdura fresca: 21,5 g
- Pane: 19,5 g
- Insalata: 18,4 g
- Cipolle e tuberi: 16,9 g
Un problema globale Nel mondo, lo spreco alimentare ammonta a 1,05 miliardi di tonnellate, pari a un terzo della produzione globale. Il 19% viene buttato tra supermercati, ristoranti e famiglie, mentre il 13–14% si perde già in fase di produzione. Le conseguenze ambientali sono drammatiche:
- Quasi il 10% delle emissioni globali di gas serra è legato allo spreco di cibo.
- Il 28% dei terreni agricoli (1,4 miliardi di ettari) viene usato per produrre alimenti che non verranno mai consumati.