Aica: i soldi della Regione non sono una “salvezza definitiva”

La Regione ha dato ossigeno, ma ha anche messo Aica e i Comuni davanti a un bivio: o si riorganizzano seriamente, oppure il rischio di collasso finanziario e di nuove emergenze idriche rimane concreto.

L’emendamento aggiuntivo che il governo regionale ha inserito nella legge di stabilità, con cui si destinano 20 milioni di euro all’Azienda Idrica Comuni Agrigentini, al di là dell’entusiasmo del momento per lo stop alla riduzione della fornitura idrica a partire dal prossimo 1 dicembre, merita una più approfondita analisi. Nell’emendamento ci sono delle condizioni che impongono adesso una vera svolta alla gestione dell’azienda consortile. Il peso che impone la Regione per restituire questi soldi e notevole, alla luce delle difficoltà fin qui manifestate nella riscossione della tariffa a carico dell’utenza finale e da mancati pagamenti da parte dei Comuni soci di somme dovute a vario titolo per il servizio. Le somme che la Regione trasferirà ad Aica dovranno essere restituite sulla base di un dettagliato piano finanziario di rimborso annuale approvato con successivo decreto dell’Assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, da adottarsi entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge. L’azienda decade dal beneficio della rateizzazione concessa se alla scadenza del biennio dalla prima erogazione, non ha completato l’attività necessaria a garantire la regolare riscossione della tariffa per il servizio da parte dell’utenza finale, ivi compresa la collocazione dei contatori, e se se non assicura il regolare adempimento dei pagamenti correnti. Ma c’è anche il corrente che Aica deve pagare a Siciliacque, che sull’emendamento di Schifani ha fatto sapere che “ogni conseguente determinazione sulle forniture idriche al gestore agrigentino sarà presa dal Cda della società, che sta seguendo le evoluzioni della vicenda in costante contatto con le istituzioni interessate”. La presidente di Aica, Danila Nobile, è comunque soddisfatta: “E’ una misura che chiedevo con forza – ci dice – è l’intervento che serve per mettere al sicuro il servizio. Grazie al presidente Schifani. Ora i Comuni devono fare la loro parte, continueremo a lavorare con rigore e responsabilità per tutelare i cittadini e tutta la comunità”. Più che i cittadini, chi deve fare la propria parte sono i Comuni, soci e in gran parte debitori. Sono loro i maggiori responsabili della crisi finanziaria. La Regione ha dato ossigeno, ma ha anche messo Aica e i Comuni davanti a un bivio: o si riorganizzano seriamente, oppure il rischio di collasso finanziario e di nuove emergenze idriche rimane concreto.