Aica azzera Consulta Utenti. Protestano le associazioni: “E’ un gravissimo colpo di spugna”

Nessuna associazione avrebbe fornito riscontro né ha trasmesso la documentazione giustificativa richiesta. Ma la Consulta non ci sta e chiede intervento del Prefetto: “Aica la documentazione ce l’ha già dalla costituzione. Cda ha ceduto alle pressioni dei sindaci”

Lo strappo ora è netto. Il consiglio di amministrazione dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini ha “fatto fuori” ufficialmente le associazioni dalla Consulta degli utenti. Lo scorso 18 settembre le aveva invitate, su indirizzo dei sindaci soci, a trasmettere i requisiti di cui sono in possesso per confermare la loro partecipazione a tale organismo. Ma nessuna delle associazioni che ne fanno parte ha risposto entro i sette giorni indicati dalla nota. E la presidente del cda, Danila Nobile, nella tarda mattinata di ieri ha firmato la nota con cui comunica ai sodalizi che fanno parte dell’organismo, previsto peraltro dallo statuto, la decadenza. “Nessuna associazione – si legge nella nota – ha fornito riscontro né ha trasmesso la documentazione giustificativa richiesta. Di conseguenza – scrive la presidente della governance – non è stato possibile accertare la permanenza dei requisiti statutari, in particolare l’aver promosso il percorso verso la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, requisito essenziale per l’ammissione”. Da oggi, in sostanza, la Consulta di Aica viene azzerata e deve essere ricostituita. Il cda della consortile dovrà fare un nuovo avviso pubblico: “Lo faremo nei prossimi giorni – aggiunge Danila Nobile – finalizzato all’individuazione delle associazioni aventi diritto alla partecipazione, nel rispetto dello statuto e dei principi di legalità, trasparenza e pari opportunità”. Una decisione che è conseguenza dell’ultima riunione dell’assemblea dei sindaci, quando amministratori comunali e cda si sono confrontati sulle costanti segnalazioni fatte dalla Consulta, con la quale fin dalla costituzione di Aica ci sono stati rapporti conflittuali. Ed il fatto che il nuovo cda non abbia mai voluto incontrare le associazioni, ci porta a pensare che fin dall’atto della nomina i sindaci abbiano posto la questione. Dopo l’ultima assemblea, durante la quale si era posto il problema di fare una verifica ed era stata inviata un’apposita richiesta con il termine dei sette giorni, la Consulta aveva chiesto un incontro urgente al Prefetto Salvatore Caccamo. I sodalizi si erano resi conto che il clima nei loro confronti era molto più ostile che in passato e che bisognava coinvolgere la massima carica del governo in provincia. Ma l’esclusione è arrivata prima della convocazione dell’incontro richiesto. La ormai ex Consulta nell’ultimo documento, quello inviato al Prefetto, aveva dato una spiegazione a ciò che stava accadendo: “Il fatto che questa volontà di esclusione della Consulta venga dai sindaci non ci sorprende affatto – scriveva il presidente Alvise Gangarossa – dato che pressioni di questo tipo vi erano anche nei confronti dei precedenti cda, i quali hanno però dimostrato il pudore di non assecondare le insane voglie di rappresaglia dei soci. Oggi hanno con tutta evidenza hanno trovato chi, senza batter ciglio, è disposto ad eseguire la condanna in barba alle regole di statuto o anche solo a quelle del buonsenso”. E’ bene ricordare che la Consulta delle associazioni di Aica è stata costituita il 6 giugno 2022, quasi un anno dopo la costituzione delle società consortile. I presenti all’assemblea dei sindaci ne hanno approvato l’atto costitutivo, che ha stabilito la presenza di un componente per ogni rappresentanza riconosciuta. Dopo la richiesta di verifica dei requisiti, le associazioni hanno precisato che tale documentazione è in possesso dell’azienda ed è parte integrante dell’istruttoria avviata a suo tempo. “I requisiti di ammissione si riferiscono a fatti antecedenti alla costituzione del gestore pubblico – dice la Consulta – tali erano all’atto della costituzione e tali restano. E’ grave prendere a pretesto tale risibile argomentazione per preparare un colpo di spugna”.

da La Sicilia