Il debito AICA con Siciliacque ammonta a 23milioni, più di mille volte del suo capitale sociale

La società pubblica nata con appena 20mila euro di capitale sociale si trova una montagna di debiti. Con Siciliacque ammonta a 23milioni di euro

AGRIGENTO- Non bastano le buone volontà per rimettere a posto la situazione finanziaria di AICA, la società pubblica con soci i Comuni che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento. A questo punto neanche una cura intensiva e d’urto basterebbe a ricondurre AICA sul binario della gestibilità aziendale. In questi giorni pende anche la situazione dei dipendenti che devono ricevere le spettanze. Ritardi nel pagamento delle retribuzioni di luglio causati anche dal pignoramento presso terzi operato da Siciliacque, che ha, di fatto, paralizzato i conti correnti di AICA “nonostante l’adozione di tutti i provvedimenti di legge sull’impignorabilità delle somme”, dice la presidente Nobile. Una situazione assai pesante con i Comuni soci nei confronti dei quali la forma giuridica della consortile fa assumere la condivisione delle passività. Ma la questione principale e gigantesca è il debito nei confronto di Siciliacque che ammonta a 23milioni di euro, oltre mille volte il capitale sociale di AICA. Siciliacque ha ottenuto un pignoramento per due milioni. La società di sovrambito, in una comunicazione inviata ai sindaci dei Comuni che risultano a loro volta debitori per circa otto milioni di euro verso Aica, ha manifestato la volontà di porre fine alla controversia con le garanzie degli enti terzi. Ecco già la condivisione contabile dei Comuni soci. Sul piano operativo, AICA ha comunicato di avere già avviato tutte le azioni decise dall’Assemblea dei Sindaci: riduzione dell’erogazione idrica al minimo legale per i Comuni morosi, attivazione di procedure esecutive contro gli enti inadempienti e iniziative legali contro il pignoramento disposto da Siciliacque.