AICA e il “controllo analogo”: a Sciacca il referente è il dirigente Gioia, ma da un anno l’ufficio è rimasto “sulla carta”

Man mano la vicenda AICA, nelle sue svariate sfaccettature, offre un ventaglio di incredibili situazioni, ritardi, inadempienze, compresa la questione che riguarda l’ufficio del “controllo analogo”

SCIACCA- La questione relativa al gestore pubblico del servizio idrico integrato, AICA, del territorio agrigentino, assume sempre più i contorni di un copione tragico-comico in stile pirandelliano. In verità, sono due lati assolutamente opposti. Mentre Pirandello è stato un grande scrittore, premio Nobel per la letteratura, tutte le vicende che accadono attorno ad una gestione della cosa pubblica si vestono dell’emblema dell’inefficienza, della superficialità, dell’improvvisazione, di una terra di conquista della politica per accaparrarsi posti di potere e di gestione di denaro pubblico. Ci soffermiamo sulla questione dell’ufficio del “Controllo analogo”. Non è roba da poco, anzi assume un significato di importante rilievo. Tale ufficio è previsto dall’articolo 48 dello statuto dell’AICA in merito al controllo analogo sulle partecipate. Dunque, è un organo di controllo, cioè i Comuni soci hanno lo strumento per controllare AICA della quale sono soci. AICA è una partecipata dei Comuni. L’articolo 48, comma 3, dello statuto AICA recita che “il controllo della gestione dell’Azienda è svolto dagli uffici competenti per materia, nei termini stabiliti dalla normativa, in conformità ai principi di trasparenza, pubblicità e informazione nel rispetto delle leggi vigenti e in attuazione della Costituzione. Il comma 4 aggiunge che “allo scopo di ottimizzare le risorse disponibili e facilitare l’interazione con le strutture aziendali, è istituito un coordinamento permanente tra gli uffici competenti che individuano ciascuno un funzionario responsabile. Il controllo viene effettuato in forma diretta a mezzo di apposito ufficio costituito da dirigenti, funzionari o personale di almeno 10 dei Comuni soci costituito presso i Comuni di Agrigento, Sciacca, Canicattì e Licata”. Dunque, il Comune di Sciacca capofila almeno dei Comuni del nostro comprensorio. Il referente per il Comune di Sciacca è stato individuato nel dirigente del 4° Settore, ingegnere Salvatore Gioia con decreto sindacale n. 33 del 18 settembre 2024. Dunque, quasi un anno fa. L’Amministrazione comunale, almeno sulla procedura, ha espletato il suo compito, quello di individuare il referente. Ma la vicenda finisce qui. L’ufficio non è operativo a distanza di quasi un anno e il “controllo analogo” non risulta essere operativo. Se lo fosse, come recita lo Statuto AICA, il referente del Comune di Sciacca dovrebbe ricevere da AICA ” con cadenza semestrale una relazione sul livello dei servizi erogati e sulla gestione complessiva dell’Azienda”. Non abbiamo notizie in merito, nè la relazione è mai approdata in Consiglio comunale. Dunque, l’ente pubblico controllore (Il Comune di Sciacca) dovrebbe controllare la società pubblica partecipata (AICA). E’ anche su questa vicenda che la neonata Commissione consiliare del Comune di Sciacca, presieduta da Ignazio Messina, deve far luce e relazionare se effettivamente è stato ossequiato l’articolo 48 dello Statuto AICA e se “il controllo analogo” è stato effettivamente esercitato. E se è stato esercitato, quali sono i rilievi acquisiti sulla gestione di AICA e sulla gestione dei servizi erogati? A chi sono, se eseguiti i controlli analoghi, stati rappresentati?