Lotta interna del Pd siciliano: la questione dei ricorsi nelle mani del saccense Filippo Marciante

L’acronimo Pd appare sempre più riferito a partito duellante. Roma fa come Ponzio Pilato e passa la scottante vicenda dei ricorsi alla Commissione regionale di garanzia del partito sui ricorsi presentati contro l’avvio dell’iter congressuale in Sicilia

PALERMO- Roma passa la patata bollente a Palermo, precisamente alla Commissione regionale di garanzia presieduta dall’avvocato saccense Filippo Marciante, stretto collaboratore del deputato Francesco Boccia che sostiene la segretaria nazionale del partito. A stabilirlo è stata la Commissione nazionale di garanzia, presieduta da Stefania Gasparini, che era stata investita della questione dalle istanze presentate dal legale messinese Giuseppe Vitarelli e da diversi esponenti dem, con in testa il deputato regionale Giovanni Burtone. Ricordiamo i giorni della lotta tra il segretario, sostenitore di norme che dessero voce soltanto ai tesserati per la scelta della nuova guida del partito in Sicilia, e l’ala a lui contraria che chiedeva primarie aperte. E’ superfluo ricordare che il Pd è stato forte sostenitore delle primarie aperte. Intanto, il percorso del congresso del Pd siciliano va avanti tra colpi di scena. Prima la proposta di Antonello Cracolici che ha poi ritirato la sua disponibilità a correre per la segreteria a fronte dei mancati segnali da Roma, poi l’Aventino deciso dagli altri componenti dello schieramento avverso a Barbagallo “Non partecipiamo al congresso” era il messaggio inviato alla segreteria nazionale.
Adesso i due ricorsi, ai quali Barbagallo ha opposto le sue memorie difensive, passano sul tavolo della Commissione regionale di garanzia, presieduta dal saccense Filippo Marciante che da lunedì sarà al lavoro per dipanare la matassa. Gli atti sono stati trasmessi da Roma a Palermo e ora si attende il responso.