L’indagine sui fratelli canicattinesi Antonio e Giuseppe Maira, arrestati il 9 dicembre 2019 con l’accusa di essere responsabili di usura ed estorsione, è ad una svolta.
I Carabinieri della Compagnia di Canicattì e gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, coordinati dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Agrigento, Elenia Manno, nel corso di una serie di perquisizioni hanno sequestrato più di 430.000 trovati nella disponibilità dei due Maira e custoditi dai loro familiari.
Le indagini, proseguite senza sosta dopo l’arresto di Giuseppe Maira (tutt’ora in custodia cautelare in carcere) e di Antonio Maira (agli arresti domiciliari), hanno ulteriormente aggravato il quadro accusatorio, aggiungendo elementi che hanno permesso agli investigatori di rintracciare il tesoro accumulato dagli indagati, costituito da denaro contante e buoni fruttiferi postali per un valore assolutamente ingiustificato in relazione ai redditi dimostrabili da costoro.
Che si tratti di denaro provento di delitto ne è convinto anche il GIP presso il Tribunale di Agrigento, che proprio qualche giorno fa ha disposto il sequestro preventivo dell’ingentissima somma scovata da Polizia e Carabinieri, ormai vicini alla conclusione dell’indagine.
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