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TURISMO CHE CRESCE: DA BORGO DI PESCATORI A LOCATION INTERNAZIONALE

Chi ricorda San Vito trent’anni fa, ricorda una lunghissima lingua di sabbia sottile e bianchissima delimitata dal porto da una parte e dal monte Monte Monaco dall’altra con un grappolo di case bianche al centro. Un paradiso senza null’altro intorno. Oggi, cercando di preservare la spiaggia, è andata molto molto più avanti e le presenze turistiche cresciute esponenzialmente hanno dato ragione del lavoro delle ultime amministrazioni comunali. Secondo i dati del Libero Consorzio comunale di Trapani, l’anno scorso la crescita è stata tre volte maggiore rispetto alla Sicilia, un incremento che non si è mai fermato. Qualche dato: nel 2007 il movimento turistico degli arrivi era di 85 mila, nel 2016 è di 135 mila con una maggioranza di italiani (107 mila). Ma il dato delle presenze (che tiene conto dei giorni di soggiorno di ogni persona) registra l’elevatissimo numero di 601 mila diviso tra 476 mila italiani e 124 stranieri con una permanenza media di 4,4 giornate. Sono 220 le strutture di accoglienza ricettiva da alberghi a quattro stelle a case per ferie, b&b, alloggi agrituristici e campeggi e sempre in crescita ogni anno, perchè i turisti non si fermano mai, certo con percentuali diverse ma tutto l’anno la presenza è garantita grazie alla destagionalizzazione. Il Cous Cous Festival a settembre ormai riconosciuto come evento gastronomico internazionale è l’attrazione principale ma anche il free climbing in primavera, che richiama molti sportivi appassionati di roccia ma anche a fine estate, la rassegna dedicata al pesce azzurro (caponi), spettacoli ed eventi culturali.

Con una pepita come questa nelle mani, il sindaco Matteo Rizzo cerca di conciliare le diverse esigenze che sono molte e non facili da gestire: «Sto avviando le procedute per passare dalla zona a traffico limitato alle isole pedonali per la salvaguardia di tutto il centro storico, penso di chiudere al traffico la zona di Cala Mancina come fatto con la baia Santa Margherita e con la Riserva dello Zingaro nell’ottica del rispetto del territorio e della sostenibilità ambientale». L’amministrazione poi ha appena vinto una lunga battaglia legale per l’arredo urbano in via Savoia, la strada principale che taglia il paese dove sorgono bar, caffè, alberghi, ristoranti e negozi nell’ottica di eliminare le strutture pesanti e fisse che avevano intasato la strada, snaturando l’essenza del paese e contaminandone l’armonia, una battaglia anche a suon di minacce in cui ha avuto ragione per un arredo urbano uniforme fatto di ariosi e snelli ombrelloni o leggere strutture, molto apprezzate dai turisti. E anche ristoratori affermati sono sbarcati in paese a qualificare l’offerta gastronomica. Tra piccole invidie e lamentele di rito, San Vito cresce senza sosta e gode anche del turismo “fuggito” dalla vicina Tunisia o dal Mar Rosso. Alla spiaggia, che ha subito un dimensionamento a causa delle correnti e dell’escavazione dei fondali utili all’allungamento del molo, che ha restituito però uno dei porti più sicuri della Sicilia, si cerca di porre rimedio, anche se non è cosa facile. Ma oggi si presenta più ordinata e “legale” dopo i controlli adesso costanti che hanno evidenziato le scorrettezze dei privati adusi alla vendita di ombrelloni e lettini fuorilegge. E se qualcuno segnala la comparsa della posidonia nella spiaggia, dovrà rassegnarsi che la stessa non è rifiuto speciale ma segno di salute del mare e non può essere rimossa e portata in discarica ma solo spostata o coperta.

San Vito non è più da tempo un borgo di pescatori, è centro di attrazione internazionale ma gli stessi pescatori entrano anch’essi nel circuito e in questi giorni, riuniti in associazione, hanno ottenuto in affidamento una graziosa struttura in legno sulla spiaggia dove proporranno la vendita del pesce, incontri sulle tradizioni della pesca e manifestazioni gastronomiche”.

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