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TERME: CONSIDERAZIONI A DISPOSIZIONE DEI CONSIGLIERI COMUNALI…E DEL SINDACO

Un articolo di Rosario Faraci, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese, all’Università di Catania, foriero di argomentazioni per i nostri politici locali

Terme di Acireale e Sciacca, tutti i nodi da sciogliere del processo di dismissione. Un bell’articolo del professore Faraci, pubblicato il 21 giugno scorso, offre importanti spunti di riflessione che mettiamo a disposizione dei nostri consiglieri comunali per alimentare il dibattito sul futuro delle terme, ormai imminente. La redazione del Corriere di Sciacca ringrazia il professore Faraci per aver messo a nostra disposizione il suo articolo.

Sul futuro del termalismo siciliano non c’è molta chiarezza. Non passa giorno che non si registrino dichiarazioni, mozioni, proposte che, considerate nel loro insieme, tradiscono l’assenza di una strategia unitaria sul settore e di una comune unità di intenti. Ad Acireale, dove nei giorni scorsi si è tenuto un convegno sul termalismo siciliano, il Pd regionale ha mobilitato i suoi parlamentari nazionali e deputati all’Ars per presentare la proposta di un disegno di legge sul riordino del sistema termale in Sicilia, lasciando intravedere un impegno verso una programmazione economica strategica del settore. Nella stessa sede, l’assessore regionale all’economia Gaetano Armao ha indirizzato una comunicazione con la quale ha ribadito l’agenda delle prossime determinazioni assessoriali, preannunciando l’imminente selezione dell’advisor, la predisposizione del bando di gara ad evidenza pubblica entro l’estate, e l’avvio della privatizzazione delle Terme di Acireale e Sciacca entro la fine dell’anno.

 A conclusione del convegno, il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo ha precisato che il percorso non è così scontato, manifestando perplessità sulla stessa privatizzazione dei due stabilimenti termali. Due strade, la proposta di una nuova legge e le perplessità sulla privatizzazione, da un lato, e le determinazioni assessoriali sulla liquidazione e la privatizzazione, dall’altro, che appaiono agli occhi dei più come inconciliabili tra loro. Oppure sottendono, ma è arduo immaginare ciò, una complementarietà di vedute e di proposizioni. Durante il convegno, dove si è proposto il recepimento in Sicilia della legge quadro nazionale n.323 del 2000 sul riordino del sistema termale, il Pd regionale ha sponsorizzato la creazione di un distretto termale per mettere in rete le realtà pubbliche e private del termalismo nella nostra Regione.

Tuttavia, il liquidatore delle Terme di Acireale (vicinissima alle posizioni del presidente Lombardo) ha rilanciato la proposta di costituzione di un distretto produttivo regionale cui il governo starebbe lavorando, d’intesa con il dipartimento delle attività produttive e alcune università italiane (tra cui la Bocconi). Anche in questo caso ci si chiede se le proposte appaiano inconciliabili o complementari. Su queste tematiche, così delicate per il futuro del settore, è bene che al presidente della Regione siano affidate la sintesi politica delle diverse posizioni espresse e una chiara indicazione sulle strategie che si intendono perseguire per preservare un patrimonio, di acque e fanghi, che altre Regioni (la Campania, il Trentino, il Veneto, l’Emilia Romagna, tanto per citare qualche esempio) stanno pienamente valorizzando. L’approvazione della legge n.1 I del 2010, e di quelle precedenti (la n.11 del 2007 e la n.20 del 1999), sembrerebbe non lasciare spazio a dubbi interpretativi, poiché, pur in momenti diversi nell’arco di 12 anni, la Regione ha confermato il proprio orientamento a dismettere i panni dell’imprenditore pubblico nel termalismo.

In questa direzione, l’assessorato all’economia, che ha competenza diretta sulle Terme di Acireale e Sciacca, sta compiendo gli atti amministrativi connessi a quell’impianto normativo e procede nella dismissione di una partecipazione, che nel piano di riordino di Armao, non è più considerata strategica.

Segnata la strada, rimangono tuttavia irrisolti ancora diversi nodi.

Primo nodo: la liquidazione delle aziende autonome (prevista con la legge 11 del 2007) e delle società per azioni (programmata dalla legge 11del 2010), collegate fra loro da partecipazioni azionarie, che dovrebbero confluire definitivamente nelle disponibilità del dipartimento bilancio e tesoro della Regione. Non è ancora chiaro se il trasferimento, interno ad una stessa amministrazione regionale, dovrà avvenire a titolo oneroso.

Secondo nodo: lo stato del procedimento di liquidazione. Non c’è stata disclosure delle principali tappe di tale liquidazione volontaria e della ricognizione chiara e puntuale di tutte le principali voci di bilancio. Non si conosce se durante la liquidazione la Regione sarà costretta o meno a dismettere qualche cespite immobiliare per far fronte al pagamento di rilevanti debiti pregressi (soprattutto nei confronti del sistema bancario) e di un forte contenzioso con i fornitori e gli ex dipendenti.

Terzo nodo : se la Regione dovesse vendere una parte del patrimonio delle Terme di Acireale (allo stato attuale praticamente inattive) e di Sciacca (la cui attività prosegue, seppur a regimi ridotti), non è chiaro come si raccorderebbe la vendita con il disposto dell’ art. 11 della legge regionale 6 del 1997 che sancisce che «nella cessione dei beni patrimoniali e demaniali della Regione è data facoltà di prelazione agli enti locali nel cui territorio di competenza detti beni ricadono».

Quarto nodo: i contenuti dei bandi di gara che, ovviamente, saranno determinanti sia nella preselezione dei potenziali investitori privati interessati sia nella configurazione della stessa operazione di privatizzazione. Sarà un bando di gara internazionale?

Quinto nodo: l’affidamento della gestione e della valorizzazione degli impianti termali. Avverrà in blocco unico o per singoli rami d’azienda? Imporrà ai privati l’obbligo di effettuare investimenti, allungando così la durata della concessione? Porrà vincoli all’uso dei beni demaniali? Prevederà forme di inclusività delle comunità locali nella individuazione del più appropriato progetto di marketing territoriale? Sesto e ultimo nodo: gli esiti della privatizzazione. Non sempre, sono scontati. E successo a Salsomaggiore dove le offerte pervenute sono state praticamente irricevibili, poiché non congrue al valore degli stabilimenti e alle potenzialità del marchio. E la privatizzazione è rimasta in stand by.

Rosario Faraci, ordinario di economia e gestione delle imprese all’università di Catania e coordinatore Forum Terme di Acireale

 

N.D.R. La foto è stata ripescata dal nostro archivio ed è un manifesto di qualche anno fa ad opera dei sindacati. Auspichiamo un loro risveglio sulla questione, uscendo dal silenzio. F.C.

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