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SCOPERTA ARCHEOLOGICA A RIBERA: TROVATO IL TUNNEL SOTTO IL CASTELLO POGGIODIANA

Un’importante scoperta archeologia messa a segno (e non è la prima) dal medico Mimmo Macaluso, già Ispettore Onorario dell’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Direttore Scientifico del WWF Sicilia Area mediterranea Settore Mare.

Dopo le alluvioni dello scorso novembre, era in perlustrazione sul greto del fiume Verdura (territorio di Ribera) per fotografare alcune strutture architettoniche affiorate dopo la piena. Ha rinvenuto, in un’ansa del fiume che circonda la collina  sulla quale si ergono i resti del castello cinquecentesco di Poggiodiana, un tunnel di oltre 80 metri di lunghezza.

La scoperta è stata illustrata alla stampa stamane dallo stesso Macaluso e dal soprintendente Michele Benfari.  Della presenza di un tunnel sotto il castello, una via di fuga sotterranea  ne hanno parlato diversi storici riberesi, a cominciare da Vincenzo Navarro.

Lo storico Raimondo Lentini, nel 2001 ha trovato all’Archivio di Stato di Sciacca (Fondo Notarile), un atto redatto dal notaio Baldassare de Marinis il 24 gennaio 1562, dove “l’Honorabilis magister Gilbertus Francoglia de urbs felicis Panormi” si obbligava con “Illustrissimo et excellentissimo domino don Petro de Luna duci civitatis Bisbonae … a pirchari la montagna supta lo castello di Pogiodiana … di lo xumi pinfina a lo giardino” cioè a realizzare una galleria sotto il castello, stabilendone le dimensioni.

L’altezza del tunnel – spiega Mimmo Macaluso – doveva essere di palmi sette, cioè 1,75 metri e larga due metri, abbastanza ampia da consentire un agevole transito ad una persona; l’acqua avrebbe dovuto scorrere in un apposito incavo alla base del tunnel. Il tunnel avrebbe assolto due funzioni: quella del trasporto dell’acqua dal castello di Poggiodiana, sino al giardino posto a sud del maniero e quello di via di fuga, in caso di attacco al castello da parte dei pirati barbareschi provenienti dal mare, che infestavano le nostre coste, oppure da fazioni avversarie: bisogna considerare che l’epoca di realizzazione di queste strutture, è quella in cui si consumò la strage del secondo caso di Sciacca, una faida che coinvolse il conte Sigismondo Luna, con la nobile famiglia dei Perollo”.

“La scoperta della galleria è stata occasionale, in quanto uno degli ingressi, si trova occultato tra le radici di un secolare albero di olivastro; il tunnel è stato esplorato per una lunghezza complessiva di circa 80 metri ed anche se interessata da qualche crollo, la struttura risulta in ottimo stato di conservazione. Il sottoscritto ha provveduto anche ad una accurata misurazione della struttura, verificando la perfetta corrispondenza delle misure, con quelle riportate nell’atto del 1562: larghezza di circa due metri ed altezza, di mt 1,75, conclude Macaluso.

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