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Scioglimento Consigli comunali, Reale attacca il “Sistema Sicilia” e la giustizia con “due pesi e due misure”

SICILIA.  Uno sfogo lungo una intera pagina pubblicata su La Sicilia di ieri da parte dell’avvocato Ezechia Paolo Reale di Siracusa e protagonista della battaglia sul campo della giustizia amministrativa il cui caso, scioglimento del Consiglio comunale e tempistica giudiziaria ricorda la vicenda di Sciacca.

L’avvocato reale scende in campo a piè uniti dopo che la “dott.ssa De Nictolis, presidente del CGA e protagonista del “salvataggio” delle elezioni di Siracusa nonostante la scomparsa di quasi 5.000 voti, risulta coinvolta ai piani alti del “Sistema Siracusa”. Non esulta “perché il principale referente politico del sistema Siracusa era un esponente di primo livello del PD come l’on. Lotti, con solidi agganci nella realtà politica di Siracusa”. L’avvocato reale prova “amarezza, e se possibile anche stanchezza, per lo stato pietoso della sensibilità democratica in Italia in generale, ma più specificamente in Sicilia e a Siracusa”. Fa una premessa: “Tutte le affermazioni sulla loggia Ungheria contenute nei verbali pubblicati non possono certo presumersi vere ma devono essere verificate e riscontrate nelle sedi opportune. Così come devono esserle quelle, in parte coincidenti, del dott. Palamara che, in un suo libro, ha descritto dall’interno quei meccanismi”.

L’amarezza di Reale risiede nella riflessione che “ad essere stata attaccata, e in parte demolita, è l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, uno dei pilastri fondanti qualsiasi democrazia occidentale moderna che tale non può definirsi quando il potere politico ha la capacità di condizionare quello giudiziario”. Reale sposta il suo riflettore sulla Sicilia e Siracusa dove “le cose, nel nostro piccolo, non vanno meglio”. Il riferimento è a quanto accaduto nelle elezioni comunali di Siracusa e poi allo scioglimento del Consiglio comunale. La seconda fase, quella dello scioglimento del Consiglio comunale ha un parallelismo con la vicenda di Sciacca.

Poi la luce del riflettore si concentra sul magistrato De Nictolis “ che è stata accusata di far parte della loggia Ungheria, che ha diretto il gabinetto del Ministro del PD Orlando, e gode quindi della fiducia e dell’apprezzamento di quel partito; è anche giusto ricordare che è lo stesso magistrato che ha sospeso in 24 ore la sentenza di annullamento delle elezioni al TAR sulla base di un appello proposto da un ex deputato del PD – sottosegretario alla Giustizia ai tempi in cui il Ministro era l’on. Orlando e oggi consulente dello stesso Ministro Orlando – e poi, insieme ad altri magistrati, ha accolto l’appello anche nel merito, nonostante, oggettivamente, manchino all’appello circa 5.000 voti regolarmente espressi dai cittadini e finiti in qualche anfratto dei seggi elettorali, circostanza che è stata ed è oggetto di attenzione anche da parte della Procura della Repubblica di Siracusa”.

“Ma questo non basta per dire che la sentenza del CGA “salvasindaco” è una sentenza illecita, la si può valutare giusta o, come la valuto io, ingiusta, ma per ritenere che un magistrato abbia commesso illeciti nell’esercizio della sua funzione ci vuole molto di più”.  Reale rimarca, però, che “nessuno si è indignato o è corso ai ripari di fronte a un’elezione nel corso della quale sono spariti 5.000 voti”.

Reale passa alla vicenda dello scioglimento del Consiglio comunale che non ha approvato il rendiconto di gestione. “Non voglio dimenticare la vicenda dello scioglimento del Consiglio Comunale per aver votato contro una delibera proposta dalla Giunta Municipale. L’Assemblea Regionale si è fatta carico di modificare, almeno in parte, quella legge – concepita e attuata solo in Sicilia e nessuna altra parte del mondo, regimi illiberali compresi – della quale si sono vergognati nel momento in cui sono stati posti di fronte alle sue assurde conseguenze dal coraggioso agire di un gruppo di Consiglieri Comunali che, anziché fare le solite pastette per conservare il proprio seggiolino, hanno voluto fare vedere a tutti, sulla propria pelle, quale era il vero significato di quella orrenda legge antidemocratica secondo cui un organismo democraticamente eletto non può che votare a favore delle proposte del Sindaco e della Giunta altrimenti viene sciolto d’autorità”.

Non è difficile associare la vicenda dello scioglimento del Consiglio comunale di Siracusa a quella di Sciacca.  “Anche in questo caso ho fatto, insieme ad altri colleghi, il mio dovere civico e ho chiesto l’annullamento dell’atto dispotico di scioglimento di un Consiglio Comunale, colpevole solo di non aver assecondato le volontà del Sindaco”, rimarca Reale.

A Sciacca, 8 consiglieri comunali di opposizione hanno inoltrato ricorso al Tar per annullare i decreti dell’assessorato alle Autonomie Locali e del Presidente della Regione.

Reale continua: “Non so ancora come finirà, la palla è nuovamente nel campo del CGA. Ma anche in questo caso poco importa il risultato: è la questione di principio che non ha smosso nessuna coscienza civile e istituzionale. Nessuna voglia di approfondimento da parte delle istituzioni ( anzi il Comune di Siracusa si è costituito in giudizio per sostenere come sia sacrosanto lo scioglimento del Consiglio Comunale che ha osato non approvare una proposta del Sindaco della Giunta, quasi che il voto non fosse regolare esercizio delle prerogative democratiche degli eletti del popolo ma reato di lesa maestà), nessuna voglia di reagire da parte di quei cittadini ai quali sono stati ingiustamente sottratti i propri rappresentanti elettivi e sono rimasti privi di quella sovranità che dovrebbe spettare al popolo ma che oramai pare sotto più aspetti usurpata da poteri diversi e oligarchici”.

Anche a Sciacca, l’Amministrazione si è costituita in giudizio contro il ricorso dei consiglieri di opposizione.

“Niente ancora neanche dalle istituzioni alle quali ci si è rivolti per avere ( o sperare di avere) giustizia su questa ulteriore nefandezza che oscura i principi democratici: solo silenzio e, quando necessario, melina”, aggiunge Reale.

“La possibile esistenza della loggia Ungheria e l’eventuale appartenenza a essa di soggetti che hanno avuto e continuano ad avere un ruolo nelle tristi vicende della democrazia nazionale, regionale e locale, quindi, non mi esaltano, ma mi sconfortano”, evdienzia Reale.

Reale riporta, nell’articolo su La Sicilia di ieri, un estratto della memoria che prima dell’estate ha indirizzato al CGA per “lamentare la poca attenzione e il poco impegno a fronte di una questione che non è propria di singoli, ma è patrimonio dell’intera comunità regionale che ha interesse a lavare l’onta di aver approvato una legge oscena che esalta espressamente il potere delle oligarchie a discapito della democrazia”.

Ecco la sintesi: “Il ricorso straordinario, con richiesta di immediata sospensione degli effetti del provvedimento di scioglimento del Consiglio Comunale è stato introdotto con atto del 10/08/2020. L’Ufficio Legislativo e Legale della Regione Siciliana ha trasmesso la richiesta del parere obbligatorio all’adito Consiglio di Giustizia Amministrativa nel dicembre dello scorso anno (il 10 dicembre 2020). I ricorrenti hanno avanzato istanza di prelievo in data 2 febbraio 2021. La prossima Adunanza alla quale è stata rinviata la decisione è fissata per il prossimo mese di luglio: a quella data sarà trascorso quasi un anno dalla richiesta cautelare, più di sei mesi dalla sua ricezione e circa un anno e mezzo dal provvedimento di scioglimento. Col riguardo dovuto all’Organo giudicante, osserviamo in maniera oggettiva, che, in materia riconducibile a quella in esame, con decreto presidenziale il medesimo Consiglio di Giustizia Amministrativa, seppur in sede giurisdizionale, fu esaminata e decisa in 24 ore, sotto la data del 10 dicembre 2019, la domanda di sospensione dell’esecutività della sentenza che disponeva l’annullamento parziale delle elezioni e la decadenza dalla carica di Sindaco e Consiglio Comunale di Siracusa.

Il decreto, com’è noto, accolse sul punto la domanda cautelare contenuta nel ricorso in appello proposto il giorno prima (il 9 dicembre) dal Sindaco della Città. Nonostante la particolare complessità della controversia (la sola sentenza impugnata era composta da 101 pagine) si ritenne in tale occasione che “nella comparazione dei contrapposti interessi va privilegiato quello alla continuità delle funzioni amministrative comunali e va pertanto provvisoriamente conservato l’assetto determinato dalle consultazioni elettorali.”

“Due pesi e due misure?” è l’interrogativo di Reale. L’udienza del mese di luglio non si è tenuta, probabilmente per le ferie dei magistrati assegnati al caso. Se ne riparla alla fine di settembre.

Per la vicenda di Sciacca, il CGA si pronuncerà a ottobre. Tempi estremamente lunghi specie quando di mezzo c’è l’espressione massina della democrazia manifestata dagli elettori. E a Sciacca, la massima espressione della volontà popolare è stata imbrigliata dai tempi a doppio binario. Quello brevissimo della Regione, quello lungo della giustizia amministrativa. La democrazia può attendere e in barba l’insegnamento di Tocqueville.

Filippo Cardinale

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