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RIFIUTI: ESTATE ROVENTE. TUTTE LE DISCARICHE SICILIANE SARANNO PIENE

Il presidente della Regione, Nello Musumeci, senza giri di parole ha descritto la situazione dei rifiuti in Sicilia per quella che è realmente: disastrosa. “La situazione dei rifiuti in Sicilia è gravissima- ha detto nel corso della conferenza stampa-. Un problema che mi distoglie da tanti altri temi”.

Accanto a Musumeci c’era il dirigente Salvo Cocina che ha assunto la guida del dipartimento Rifiuti. “Ma un dirigente da solo non può risolvere tutto – ammette Musumeci -, qui servono esperti, tecnici, geologi e avvocati”. Una situazione, insomma, prossima al collasso.
Ogni giorno nelle discariche siciliane arrivano cinquemila tonnellate di rifiuti. Una situazione allarmante perché la capacità delle discariche è ancora di circa due milioni di metri cubi: “Se nulla dovesse cambiare a settembre non avremo più dove mettere i rifiuti. Tutte le discariche aperte in Sicilia, ad eccezione di quella della Oikos nel Catanese, sono prossime al collasso”, sottolinea Musumeci.
Musumeci non fa riferimento ai termovalorizzatori: “In questo momento è una ipotesi che si allontana, anche perché con la raccolta differenziata al 15% non servirebbero”.

Rifiuti da portare all’estero. Metà  dei rifiuti dovrà essere trasferita all’estero a bordo delle navi. “Stiamo predisponendo i bandi per portare i rifiuti fuori, per almeno dieci mesi. Stiamo tentando con un bando pubblico di intercettare una disponibilità da parte dei paesi europei, dal momento che le regioni italiane non possono assorbirli. Immaginiamo di inviarli nella civilissima Germania e nella civilissima Francia. Ciò che è più importante, al momento, è mandare meno rifiuti possibili alle discariche”.

Musumeci dice “basta con 33 enti che mangiano denaro pubblico e non producono risultato. La competenza dei rifiuti deve andare alle Province. Devono esserci nove riferimenti e, quindi, anche dei responsabili”.

Colpe ataviche.  Nelle parole del presidente della Regione c’è anche l’atto d’accusa alle amministrazioni regionali che si sono susseguite a Palazzo d’Orleans. Musumeci fa i nomi di Capodicasa, Leanza, Cuffaro, Lombardo e Crocetta: “È da irresponsabili avere fatto finta di niente per venti anni e avere messo la polvere sotto il tappeto, senza mai risolvere quella che è diventata una vera e propria emergenza”.
A Sciacca, intanto, non decolla la differenziata. La percentuale è troppo bassa, da sempre, nonostante la Sogeir abbia, nel tempo, tessuto “virtù” fantasma. La percentuale bassa di raccolta differenziata porta a conferire in discarica e ciò non fa altro che aumentare i costi della bolletta dei rifiuti. Nè si intravede, nell’immediato orizzonte, da parte dell’Amministrazione comunale una svolta in grado di alzare sensibilmente la raccolta differenziata in città. Tra l’altro, il Piano Aro è incentrato tutto sulla raccolta differenziata, nel senso che i benefici e gli abbattimenti dei costi si vedranno solo se la raccolta differenziata è almeno al 65%.
Occorre, con immediatezza, mettere in campo,da parte dell’Amministrazione comunale tutte quelle soluzioni in grado di diffondere la cultura della differenziazione dei rifiuti. Una meta che sembra un tabù in una città che ha grandi numeri turistici.
Ricordiamo che le emergenze vissute in pochi giorni dell’estate 2016 e molti di più in quella del 2017 sono costate ai contribuenti saccensi cifre attorno a 1.5 milioni di euro. Emergenze che hanno costretto a conferire rifiuti in discariche diversa da quella di Sciacca.
Filippo Cardinale
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