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Ribera, arrestato tunisino. Deve scontare pena per diversi reati

RIBERA. La Polizia di Stato ieri ha tratto in arresto un uomo di origine tunisina, senza fissa dimora. Era destinatario di ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica – Ufficio Esecuzioni Penali – presso la Corte di Appello di Palermo.  Sull’uomo gravano delitti di detenzione di sostanze stupefacenti, furto in concorso, furto aggravato in concorso, ingresso e soggiorno illegale nel territorio nazionale, dovrà espiare la pena della reclusione di anni uno e mesi nove. Il personale della Polizia di Stato di Sciacca ha sviluppato un’attività di indagine che, nel breve volgere di qualche giorno ha consentito di rintracciare nella città di Ribera il tunisino T.A. Il personale del Commissariato del Pubblica Sicurezza di Sciacca ha provveduto ad associarlo presso la Casa Circondariale di Trapani.

Nei primi mesi dell’anno 2020, T.A. era riuscito ad eludere le ricerche degli organi di Polizia ed aveva sostanzialmente abbandonato la città di Ribera trovando rifugio, come si apprendeva da fonti info-investigative, in una non meglio conosciuta città italiana.  Nei giorni scorsi il personale della Polizia di Stato di Sciacca veniva a conoscenza della presenza nel comune di Ribera del T.A. e, pertanto, si attivano una serie di servizi volti alla sua individuazione in modo da poter mettere termine allo stato di latitanza.

All’attività di ricerca del latitante ha avuto la sua massima propulsione nel pomeriggio dello scorso 27 gennaio, infatti il personale della Polizia di Stato di Sciacca tra le vie cittadine di Ribera riusciva ad individuare il cittadino tunisino T.A. che si trovava in compagnia di numerosi altri connazionali. Gli operatori di polizia giudiziaria procedevano, quindi, a bloccarlo e lo traevano in arresto in esecuzione dell’Ordine di Revoca di Decreto di Sospensione di Ordine di esecuzione per la Carcerazione e Ripristino dell’Ordine medesimo n. SIEP 683/2019.

L’attività di individuazione del latitante ha presentato delle difficoltà di carattere operativo: infatti, probabilmente al fine di poter eludere le ricerche delle forze di Polizia, il T.A. aveva deciso di farsi crescere la barba e, rispetto alla fotosegnaletica in possesso della polizia giudiziaria risalente comunque a ben 5 anni addietro, aveva anche una cicatrice sulla regione zigomatica destra e faceva uso anche della mascherina chirurgica. L’esatta identificazione del soggetto è avvenuta grazie alle risultanze dei rilievi foto dattiloscopici della Polizia Scientifica che, inconfutabilmente, accertavano l’esatta identità del T.A..
Continua incessantemente il lavoro degli uomini e delle donne della Polizia di Stato.

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