Ha destato clamore il tentativo di far passare nella legge di stabilità, ex finanziaria, il contributo di un milione di euro. Tentativo proposto dal senatore Giuseppe Marinello e tacciato dalla stampa nazionale come “clientelismo”. Tanto ha destato rumore che il quotidiano La Repubblica, nella sua edizione nazionale, ha intervistato il parlamentare.
Possiamo opinare sul metodo che ha tentato di far piovere a Sciacca un milione di euro, ma non possiamo consentire che il destinatario del contributo venga fatto passare per un normale “palazzo comunale”. Sulla scorta di una disinformazione, e anche di ignoranza, si è offeso il secondo più grande edificio edificato dai gesuiti in Sicilia.
Un ex convento che merita rispetto non solo per l’imponenza, ma anche per la sua storia. Grazie all’intervento di Sir Rocco Forte, l’edificio monumentale ha meritato il rifacimento della facciata. Un intervento che è stato apprezzato non solo dai saccensi, ma anche dal flusso dei turisti che visita la città termale. Un intervento che ha dato lustro al monumento che fa bella mostra di se dominando una delle più belle piazze d’Italia.
L’ex convento dei gesuiti, oggi palazzo di Città, merita rispetto da parte di tutti, e soprattutto da parte dei meno informati di architettura e di storia. L’intervento con un milione di euro avrebbe consentito di intervenire all’interno dell’edificio. Intervento che è necessario anche per valorizzare ancora meglio l’impianto monumentale.
Restaurare l’interno dell’edificio, privandolo della destinazione che ha attualmente e operando nella direzione di trasformarlo in un complesso multifunzione e museale, sarebbe salutare. L’ex convento dei gesuiti merita la riqualificazione interna, il restauro, l’intervento di manutenzione. Ciò che, semmai, va criticata è l’assenza di una programmazione di interventi sull’edificio.
In verità, la città stessa pecca di programmazione e vive alla giornata. Peccato se si perde l’occasione del milione di euro di contributo. Certamente, in Italia vi sono più scandali da urlare in merito alla spesa pubblica. Ma utilizzare dei soldi pubblici per ridare vitalità e decoro ad uno dei più belli complessi monumentali della Sicilia del periodo dei gesuiti non è davvero uno scandalo.
Il torto dell’edificio è di trovarsi nel profondo Sud. Qui da noi diventa tutto scandalo. Le vergogne che si consumano al Nord passano, troppo spesso, vengono taciute.
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