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RESTA IN CARCERE CARABINIERE ACCUSATO DI ESSERE UNA TALPA

Respinta la richiesta di scarcerazione presentata dai legali dell’ufficiale dei carabinieri Alfio Marco Zappalà, arrestato la scorsa settimana con l’accusa di rivelazione di notizie riservate insieme all’appuntato Giuseppe Barcellona, che risponde di accesso abusivo al sistema informatico.

Secondo i magistrati, Barcellona, addetto a trascrivere i contenuti delle intercettazioni disposte nell’ambito della cattura del boss latitante, Matteo Messina Denaro, avrebbe passato a Zappalà, funzionario della Dia di Caltanissetta, un verbale di conversazione tra due indagati in cui si faceva riferimento a dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Castelvetrano. Non è accertato se la fuga di
notizie abbia riguardato anche la parte del dialogo relativa a un possibile covo di Messina Denaro.

Zappalà a sua volta avrebbe girato l’intercettazione all’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, anche lui arrestato, ma con l’accusa di favoreggiamento aggravato, che l’avrebbe data al boss Vincenzo Santangelo. Vaccarino ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame che terrà udienza domani. Barcellona avrebbe ammesso davanti al gip di avere consegnato al suo ex superiore Zappalà, il verbale, sostenendo di averlo fatto perché lui glielo aveva chiesto e pensando che non ci fosse alcuna anomalia. Zappalà, invece, ha sostenuto di essere stato indirettamente interessato alle indagini sul latitante perché dai pm di Caltanissetta era delegato alle inchieste sulle stragi del ‘92 in cui il capomafia è imputato. Versione che non ha convinto i magistrati dal momento che Barcellona non aveva alcun titolo per effettuare le ricerche sul padrino.

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