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Quel vuoto legislativo va colmato: a casa anche il sindaco se bocciato il bilancio. Presentato emendamento all’Ars

SICILIA. Scappati i buoi si provvede a chiudere la stalla. E nella terra pirandelliana non poteva mancare la messa in scena della solita commedia. Come è noto, la vicenda che riguarda Sciacca, ma anche Siracusa, ha messo in tutta evidenza l’assurdità di una legge che cozza apertamente con l’autonomia delle scelte dei rappresentanti del popolo. Nel caso specifico, i consiglieri comunale o, se si vuole, l’organo rappresentativo ed elettivo della volontà del popolo.

L’assurdità della legge impone che in caso di bocciatura degli atti finanziari, come il bilancio, venga sciolto il Consiglio comunale salvando sindaco e giunta. In buona sostanza, è una sorta di punizione stile regime cinese o di purga staliniana. Il Consigliere comunale, con la legge in vigore, è “minacciato” se esprime voto contrario e boccia, quindi, il bilancio. Nel caso di Sciacca, addirittura il rendiconto, un mero atto amministrativo di rendicontazione che potrebbe essere liquidato in seno alla sola giunta. La minaccia consiste che se il documento finanziario viene bocciato, a casa vanno solo i consiglieri comunali. L’assurdità nell’assurdità risiede anche, nel caso di Sciacca, che anche gli 8 consiglieri della coalizione del sindaco Valenti, pur votando a favore sono stati “sciolti” e spediti a casa. Qual è la loro colpa?

E se un consigliere di opposizione svolge il suo ruolo nella sua autonomia perché deve subire la “punizione”?

Ne è cosciente la deputata regionale Giusy Savarino, presidente della Commissione Ambiente dell’Ars. “Sono stati presentati in aula due emendamenti che rimuovono una contraddizione della legge che genera una palese sperequazione tra due organi elettivi: il Consiglio comunale e l’Amministrazione in carica”.

“I due emendamenti-continua Giusy Savarino, riguardano la modifica all’articolo 11 della legge numero 35 del 15 settembre 1997 e l’articolo numero 16 del legge 15 marzo 1963”.

Filippo Cardinale

Ecco il testo degli emendamenti in discussione all’Ars.

Emendamento al Disegno di legge n 824-810 Stralcio/A:

“All’art. 54 della legge numero 16 del 15 marzo 1963, dopo la lettera a) si aggiunga: “a)bis: quando lo scioglimento è causato dal mancato rispetto dei termini per l’approvazione del bilancio, con il medesimo decreto vengono sciolti contestualmente anche il sindaco e la giunta”.

“All’art. 11 della legge numero 35 del 15 settembre 1997, si aggiunga: 1bis) La cessazione del Consiglio comunale a causa del mancato rispetto dei termini per l’approvazione del bilancio,. comporta la contestuale cessazione della carica del sindaco e della giunta”.

 

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