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NUBIFRAGIO, DANNEGGIATA VIABILITA’ DI RIBERA E CIRCONDARIO PER CIRCA 500 CHILOMETRI

Ribera è il centro che ha subito con maggiore intensità la forza distruttiva del nubifragio dello scorso 25 novembre. Ferita gravemente con danni ingenti alle cose, al patrimonio comunale, alla viabilità, e una stangata mortale all’economia agricola. Si calcola che il 50% del raccolto delle preziose arance è stato seriamente compromesso.

Le prime cifre sommano a 30 milioni di euro, maè un numero destinato a salire. Da una prima stima effettuata, la viabilità di Ribera e dei Comuni del circonadario gravemente danneggiata è di circa 500 chilometri.

Due giorni fa si è svolto un vertice promosso dall’Amministrazione comunale. Sono styati invitati dirigenti, funzionari, operatori locali e soprattutto provinciali della Protezione Civile, della Condotta Agraria, dell’Esa, del consorzio di bonifica Agrigento 3, dell’Anas, della società Girgenti Acque, del Corpo Forestale, della società 2 Rete Gas, del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, della polizia locale, delle organizzazioni professionali, dei dirigenti di due settori del comune di Ribera i quali hanno fatto presente le criticità dei vari settori della città e dei territori di tutto il comprensorio.

EMERGENZE.  Al primo posto delle priorità c’è viabilità intercomunale e rurale. L’Esa ha già inviato mezzi utili a liberare le arterie da fango e detriti e il consorzio di bonifica Agrigento 3 farà arrivare a Ribera pale meccaniche, escavatori e carrelli.

Chiesta la pulizia dei valloni e dei torrenti, oltre che del letto dei fiumi, in prossimità dei ponti. C’è la preoccupazione che ulteriori piogge possano agevolare altre esondazioni.

SOPRALLUOGHI. Effettuatti con lo scopo di rendere fruibile alcune strade chiuse, la Ribera-Piana Grande, e per le urgenti riparazioni sulla Ribera-Cianciana, sulla SS 386 Ribera-Calamonaci-Burgio, sulla Ribera-Borgo Bonsignore, sulla strada provinciale C 17 Camemi-Castellana e sulle trazzere di Scirinda, Maenza, Tragaleggi, Castellana, Bocca Vallone dove gli agricoltori non possono raggiungere i fondi per la raccolta urgente delle arance.

 

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