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NON HANNO VERSATO IL CONTRIBUTO, TRA I PARLAMENTARI PD C’E’ ANCHE MICHELE CATANZARO

Tra i parlamentari regionali (ma anche nazionali) che non hanno versato il contributo al partito nel quale sono stati eletti, il PD, c’è anche il saccense Michele Catanzaro. Ma lui tiene a precisare la sua motivazione in un articolo del Giornale di Sicilia di oggi. “È vero, non ho versato il contributo. Ma io ho svolto iniziative nella mia provincia, Agrigento, per il partito senza chiedere alcun aiuto. In più il debito di cui si parla sarebbe stato creato nelle scorse legislature, prima che io arrivassi all’Ars. Non vorrei quindi dover pagare per errori di altri. Prima vanno chiariti questi dubbi”.

La vicenda è esplosa con la decisione di Lillo Speziale, tesoriere dimissionario, il quale giorni fa ha accusato i sei parlamentari nazionali eletti in Sicilia e la quasi totalità dei deputati all’Ars di non versare il contributo che andrebbe versato per statuto al partito.

Una situazione che ha creato un buco nel bilancio del Pd siciliano di oltre 100 mila euro con la conseguenza che no sono stati effettuati pagamenti di tasse, contributi previdenziali e dell’affitto della sede (poi chiusa).

Secondo lo statuto del partito, bisognava versare una tantum di 15 mila euro al momento dell’elezione e poi mille euro al mese (ridotti a 500 per i regionali).

A non versare i fondi sono stati Davide Faraone, Daniela Cardinale, Carmelo Miceli, Valeria Sudano, Pietro Navarra. E lo stesso segretario regionale uscente Fausto Raciti non avrebbe versato il dovuto, secondo Speziale. Fra i deputati regionali sono in regola con i pagamenti solo il capogruppo Giuseppe Lupo e Giovanni Cafeo. Altri hanno fatto versamenti non regolari: è il caso di Francesco De Domenico, Antonello Cracolici, Luca Sammartino. Mentre a non aver versato nulla o quasi sarebbero Luisa Lantieri, Baldo Gucciardi, Michele Catanzaro, Nello Dipasquale, Anthony Barbagallo.

I parlamentari nazionali eletti in Sicilia si difendono segnalando di aver sempre versato al partito nazionale i contributi (anche se lo statuto prevede la doppia contribuzione a Roma e Palermo) e sollevano dubbi sull’utilizzo dei fondi: “Nella fase di campagna elettorale – ha detto ieri Carmelo Miceli – è venuto meno il supporto del partito regionale e tutto è stato caricato su noi candidati, dagli eventi ai manifesti. In più sappiamo che il contributo è stato ridotto per i deputati regionali. Dunque, fatta salva la volontà di contribuire, vorremmo prima un confronto per capire chi deve versare e quanto. E vorremmo che si tenga conto anche delle spese sostenute da noi e che spettavano invece al partito”.

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