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MORI’ PER L’AMIANTO, FINCANTIERI CONDANNATA PER OBBLIGHI DA FUSIONE SOCIETARIA

Il giudice monocratico della terza sezione civile del Tribunale di Palermo, Giuseppe Rini, ha condannato la Fincantieri Spa e la Salpa S.r.l. al risarcimento del danno parentale agli eredi di Leonardo Saio per complessivi 960.142 euro, oltre alle spese legali. Gli eredi sono stati assistiti, nella complessa causa civile, dall’avvocato Antonio Giovenco del Foro di Palermo.

La sentenza emessa dal giudice Rini accoglie la tesi dell’avvocato Giovenco,  riconoscendo il principio sancito dalla Suprema Corte in tema di fusione di società perfezionatasi prima dell’entrata in vigore del D.lg. 17 gennaio 2006 n. 6. In buona sostanza, la società risultante dalla fusione assume tutti i diritti e gli obblighi di quella che si estingue.

La sentenza emessa risalta per la condanna della Fincantieri Spa come società incorporante dei Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti.

Leonardo Saia, deceduto nel dicembre 2013 (all’età di 69 anni), per tumore causato dall’esposizione all’amianto esistente nei luoghi in cui ha svolto la sua attività lavorativa. Saia era in servizio nel ruolo di coibentatore navale presso la Salpa s.r.l. e presso i Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti, poi incorporati in Fincantieri Spa (atto di fusione avvenuto il 30 giugno del 1984).

Lavorava in sala macchine, proprio nel luogo dove avveniva l’accensione dei motori delle navi. Dunque, ambiti lavorativi chiusi e situati nei tunnel nella parte inferiore delle navi e prive di prese d’aria. Secondo la testimonianza del fratello, che per un periodo di tempo ha condiviso la stessa attività, ai lavoratori non sarebbero stati forniti né mascherine né appositi grembiuli.

Leonardo Saia cominciò a lavorare nei Cantieri Navali Riuniti  a metà degli anni sessanta. Sebbene ancora non vi era ancora una cultura severa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, il datore di lavoro aveva l’obbligo di mettere in atto alcune misure protettive, quali i sistemi di areazione. Dunque, Leonardo Saia ha svolto la sua attività esponendosi alle polveri sottili.

Il giudice Giuseppe Rini, preliminarmente, ha rilevato l’infondatezza delle eccezioni di difetto legittimazione passiva sollevata dalla Fincantieri Spa e ha affermato, anche, la regola della preponderanza dell’evidenza di un nesso causale tra l’attività di coibentatore navale svolta tra gli anni 1960 e 1980 e il decesso dello stesso per mesotelioma pleurico.

Il giudice ha riconosciuto ai familiari di Leonardo Saia il danno parentale, quantificandolo complessivamente in 960.142 euro.

Filippo Cardinale

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