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MATTEO MESSINA DENARO, PER IL DIRETTORE DELLA DIA NON GUIDEREBBE LA MAFIA SICILIANA

La mafia siciliana cerca un capo. Lo afferma il generale Giuseppe Governale, direttore della Direzione investigativa antimafia in una intervista oggi in edicola sul quotidiano la Sicilia. Il boss superricercato Matteo Messina Denaro oggi non guiderebbe Cosa nostra in Sicilia. Un anno dalla morte di Totò Riina l’ultimo dei grandi capi scomparso il 17 novembre del 2017, secondo Governale non vi sono segnali dell’investitura di un nuovo capo. Con ogni probabilità – dice il capo della Dia – tenderanno a far ridiventare Palermo centrale negli equilibri di Cosa nostra». «Le nostre attività principali – ha aggiunto – sono legate alla individuazioni dei patrimoni riconducibili al latitante e ai suoi prestanome. Naturalmente sono state poste in essere altre attività d’indagine. Stiamo parlando di un capo riconosciuto della mafia trapanese e non del capo della mafia siciliana. L’unica certezza è che Messina Denaro guida il “mandamento” mafioso di Trapani».

Riguardo al latitante, nei giorni scorsi sono emerse notizie di una intercettazione dei belici Pietro Campo e Lero Sutera, dalla quale sarebbe emerso un incontro del margheritese con Messina Denaro. Le microspie poste sul terreno dove si incontrano Campo e Sutera, avrebbero consentito di intercettare un brano, della durata di circa quattro minuti, nel quale vi sono dei riferimenti inequivocabili alla figura del latitante, con l’aggiunta di particolari che possono essere di grande importanza al fine della sua localizzazione. Pietro Campo racconterà di avere incontrato l’ultima primula rossa e di essere rimasto sorpreso perché era stato riconosciuto ma, dal canto suo, non aveva invece compreso di trovarsi di fronte al numero uno di Cosa Nostra.

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