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LA REGIONE PUNTA SUGLI IMPIANTI A BIOGAS PER SMALTIRE I RIFIUTI

In Sicilia approdano colossi privati e pubblici per investire centinaia e centinaia di milioni di euro per realizzare impianti a biogas per lo smaltimento dei rifiuti. Niente termovalorizzatori, dunque. Vietato citare la parola termovalorizzatore, messa al bando dal ministro per l’Ambiente Sergio Costa.

Adesso al centro del dibattito c’è il compostaggio e la sua evoluzione: il biogas e il biometano. Finirà in questi impianti la parte umida dei rifiuti che residua dalla raccolta differenziata. Questi impianti prevedono non un incenerimento ma un processo di fermentazione

Ma non tutti i sindaci sono d’accordo poiché sorgono le lamentele dei cittadini preoccupati dall’emissione dell’anidride carbonica in aria. A Sciacca vi è una aspra lotta in corso contro la realizzazione del biodigestore da parte del gruppo Moncada Energy.

La realizzazione di questi impianti è agevolata  dai consistenti incentivi statali alle aziende titolari degli impianti. La tariffa di conferimento potrebbe risultare per i Comuni più vantaggiosa di quella offerta dalle discariche, visto che le aziende hanno interesse ad avere un ciclo costante di rifiuti per alimentare la produzione di biogas e concimi frutto di ciò che residua dopo la lavorazione della frazione umida dell’umida dell’immondizia. Il guadagno è quindi frutto delle tariffe e della vendita di biogas e compost.

Nel governo Musumeci e anche all’interno degli assessorati ai Rifiuti e all’Ambiente le divisioni sono ancora evidenti fra chi ritiene che non si debba andare oltre piccoli impianti di compostaggio (che si limitano a smaltire l’organico senza produrre energia) e chi guarda a queste nuove tecnologie a patto che non sia incenerito nulla nel processo produttivo. Le procedure amministrative per ottenere le autorizzazioni però vanno avanti anche in assenza di un piano generale specifico. e di immondizia all’anno.

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