La Corte dei Conti non dà per il momento via libera al Ponte. «Diverse criticità, valuti la sede collegiale competente»

L’Ufficio di controllo, a cui spettava esaminare la delibera Cipess che aveva dato l’ok all’opera, ha aperto una richiesta di deferimento all’organo collegiale. «Non superati i dubbi di legittimità»

Corte dei conti non dà il via libera al Ponte sullo Stretto. Almeno per il momento. L’Ufficio di controllo, a cui spettava esaminare la delibera del CIPESS che aveva dato l’ok alla mega infrastruttura, ha aperto una richiesta di deferimento all’organo collegiale. A darne notizia per primi Il Sole 24 Ore e l’agenzia Agi. Nell’intestazione dell’atto si legge che, ritenendo «non superati i dubbi di legittimità emersi a seguito dell’esame del provvedimento», viene avanzata «istanza di deferimento alla competente sede collegiale, della quale si condividono contenuti e conclusioni». Il termine ultimo, specifica il testo, «per la definizione del procedimento di controllo è il 07 novembre 2025». In particolare l’Ufficio di controllo avanza dubbi su alcuni temi già oggetto di ampio dibattito. In primis i principi di derivazione eurounitaria di concorrenza, alla luce delle significative modifiche intervenute nel progetto originario e delle nuove opere e varianti successivamente previste. Si fa riferimento al fatto che il governo Meloni ha resuscitato il vecchio appalto del 2011 senza indire una nuova gara pubblica, eventualità prevista dalla normativa ma a patto che il perimetro del vecchio appalto, a cominciare dal suo importo, non venga incisivamente modificato. Altre criticità vengono sollevate rispetto alle modalità di finanziamento. Secondo la Corte sono intervenute «sostanziali modificazioni rispetto alle modalità di finanziamento dell’opera originariamente rimesso a capitale privato e attualmente a valere sulle finanze pubbliche». Nelle conclusioni si osserva che «si prospetta l’opportunità di deferire alla competente sede collegiale la valutazione della delibera CIPESS n. 41/2025 e della sua conformità al quadro normativo di riferimento, oltre che ai principi eurounitari».