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INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO: “MAFIA ANCORA CAPACE DI RISOLLEVARSI”

Da Palermo a Catania, così come a Messina a Caltanissetta ieri è stata giornata di inaugurazione di anno giudiziario. Sul tappeto i temi di sempre a cominciare dalla carenza di organico e il sempre più forte negli ultimi anni rapporto difficile con l’Avvocatura.

Ad aprire l’anno giudiziario a Palermo è stato il presidente della corte d’appello Matteo Frasca che sta illustrando la sua relazione sullo stato della giustizia nel distretto. In rappresentanza del ministro della Giustizia partecipa il capo del Dap Francesco Basentini, mentre per il Csm era presente l’ex pm di Palermo Nino Di Matteo. Alla cerimonia hanno assistito le massime autorità giudiziarie, come il procuratore generale Roberto Scarpinato, il procuratore della repubblica Francesco Lo Voi. Presenti in aula i vertici delle forze dell’ordine, il sindaco e il prefetto di Palermo.

“Attualmente – ha detto Frasca – è accuratamente monitorata buona parte di tutte le attività di cosa nostra, tanto che si percepiscono stati di stress di alcuni associati che, però, continuano con pervicacia granitica a delinquere, senza nutrire alcun dubbio sull’opportunità di una desistenza”.

Ma la mafia è in grado di risollevarsi, avverte. “Cosa nostra continua ad esercitare il suo diffuso, penetrante e violento controllo sulle attività economiche, imprenditoriali e sociali del territorio – scrive Frasca – se negli anni precedenti il dato statistico aveva mostrato qualche cenno di diminuzione va sottolineato che nell’anno in corso le denunce sono state ben 151 a fronte delle 65 e 69 dei due anni immediatamente precedenti. A livello distrettuale quindi si registra un aumento di ben il 132%”.

Un passaggio della relazione è dedicato alle dinamiche in provincia di Trapani che “hanno registrato ancora il potere mafioso saldamente nelle mani della famiglia Messina Denaro che vanta un elevato novero di suoi componenti che hanno ricoperto e ricoprono tutt’ora ruoli di assoluto rilievo all’interno dell’intera provincia mafiosa trapanese”.

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