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I furbetti del vaccino “bastonati” dal Tar che rigetta ricorso. Musumeci: “No a scorciatoie”

SICILIA.  “La decisione del TAR Catania conferma la nostra valutazione e il valore non solo etico della scelta adottata. Siamo impegnati nella fase più importante della emergenza, quella della vaccinazione, e non sono ammesse scorciatoie. Da domani si parte anche in Sicilia con AstraZeneca e spero che presto riusciremo ad avere più dosi di vaccino per mettere in sicurezza tutti gli anziani, le persone fragili e le categorie più esposte. Mi aspetto che tutti facciano il loro dovere e che i risultati raggiunti nella vaccinazione sulla popolazione sanitaria possano essere un modello da replicare”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

I cosiddetti “furbetti” del vaccino dovranno restare senza la seconda dose del farmaco anti Covid dopo che si erano fatti inoculare la prima senza averne diritto. Saltare la fila e fare, appunto, i furbetti, non paga. E non è servito ai furbetti rivolgersi ai giudici per ottenere ragione.

Il ricorso al Tar di Catania si è trasformato in un clamoroso autogol. I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso inoltrato da coloro che erano riusciti a farsi iniettare il vaccino in provincia di Ragusa anche se non rientravano nelle categorie prioritarie individuate per la prima fase della campagna vaccinale.

Con il ricorso, in sostanza, i furbetti avrebbero dovuto ribaltare in via urgente la scelta della Regione di non concedere il richiamo consentendo invece la somministrazione del richiamo entro il 17 febbraio.  Il Tar decide l’opposto di quanto avevano sperato i ricorrenti.

Rappresentati e difesi dagli avvocati Fabio Borrometi e Salvatore Poidomani, alcuni vaccinati si sono costituiti in giudizio contro l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, e il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, impugnando la disposizione «di sospendere il richiamo per tutti i soggetti che, non avendone diritto, hanno avuto comunque accesso alla prima dose di vaccino».

Il presidente della quarta sezione del Tar di Catania ha dato torto ai ricorrenti perché «pur non rientrando nelle categorie prioritarie indicate dal Piano strategico nazionale di vaccinazione anti Sars-Cov2, hanno ricevuto la prima dose del vaccino prodotto da Pfizer-Biontech in data 6 gennaio 2021».

Per il  giudice Cabrini non ci sarebbero i presupposti per imporre all’azienda sanitaria di Ragusa di iniettare la seconda dose del vaccino entro il 17 febbraio, in quanto non è stato fornito «alcun principio di prova che potrebbero verificarsi effetti gravemente dannosi per la loro salute, da un lato per il mancato completamento del ciclo vaccinale e, dall’altro per il rischio di essere nuovamente sottoposti ad un nuovo ciclo vaccinale composto da altre due dosi».

Per il Tar, “non risultano evidenze scientifiche di eventuali rischi derivanti dalla mancata somministrazione della seconda dose se non quello della possibile inefficacia del vaccino, effetto che riporterebbe i ricorrenti alla situazione quo ante a quella determinata dall’aver avuto accesso alla prima dose, pur non avendone diritto”.

Il Tar mette in evidenza che “il danno paventato è allo stato meramente ipotetico, non essendo dato sapere se e quando i ricorrenti saranno convocati per la somministrazione del vaccino nel rispetto delle previsioni del Piano strategico e non essendosi alcuna evidenza scientifica che l’effetto della prima dose vaccinale possa perdurare nel tempo, tenuto conto anche che nelle informazioni relative all’ut ilizzo del farmaco pubblicate sul sito dell’Ema, addirittura in caso di sovradosaggio non sono state indicate reazioni avverse”.

Per questo motivo «nel bilanciamento del contrapposto interesse – scrive ancora il giudice nel decreto – che non è quello del risparmio di spesa come indicato in ricorso ma quello di garantire il regolare proseguimento della campagna vaccinale nei confronti degli aventi diritto, tenuto conto del contingentamento del numero delle dosi di vaccino”, l’istanza deve essere respinta fissando la trattazione in camera di consiglio per il prossimo 11 marzo.

Lo scandalo era scoppiato a Scicli. Nella provincia iblea tra i presunti destinatari illegittimi del vaccino ci sarebbero sindaci in carica ed ex di cui tre medici che non esercitano più la professione.

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