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FONDI PUBBLICI IN MODO ILLECITO, NUOVA OPERAZIONE ANTICORRUZIONE

Nuova operazione anticorruzione oggi in Sicilia dopo quella al Comune di Palermo. I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria del capoluogo siciliano, hanno messo nel mirino i fondi per l’agricoltura, individuando reati di corruzione. Tra i coinvolti ci sono dipendenti pubblici oltre a imprenditori e professionisti.

I militari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 24 soggetti tra cui l’ex sindaco di San Cipirrello Vincenzo Geluso, 49 anni, attualmente componente dell’Ufficio di gabinetto dell’assessore regionale all’Agricoltura.

Le intercettazioni hanno messo in luce il meccanismo attraverso cui avrebbero ottenuto i fondi pubblici in modo illecito grazie al supporto di professionisti e alla compiacenza di funzionari all’Ispettorato provinciale agricoltura di Palermo.

Le indagini del Gruppo tutela spesa pubblica della finanza del Nucleo di polizia economico-finanziaria, guidato dal colonnello Gianluca Angelini, hanno acceso i riflettori sui Psr Sicilia 2007/2013 e 2014/2020. Il cuore dell’indagine riguarda l’Ispettorato provinciale dell’agricoltura della Regione siciliana, e cioè l’ente a cui spetta la valutazione delle domande per ottenere i finanziamenti nazionali ed europei.

Tra il 2012 e il 2018 da due società riconducibili Giovanni Salvatore e Francesco Di Liberto, di Belmonte Mezzagno, avrebbero ottenuto 10 milioni di euro per la realizzazione di un mattatoio a Ciminna e un complesso agro-industriale a Monreale. I Di Liberto, grazie alla connivenza di professionisti e di Filippo Cangialosi, funzionario istruttore dell’Ipa avrebbero organizzato la truffa sfruttando un castello di false fatturazioni per dimostrare di avere speso più soldi di quanti ne avessero realmente sborsato.

I finanzieri stanno portando alla luce che il sistema illecito e clientelare era molto più radicato. Sono emerse le ipotesi di corruzione contestate a Filippo Cangialosi da parte di Giuseppe Tavarella, un altro funzionario dello stesso ente e già legale rappresentante del Consorzio agrario di Palermo. Cangialosi certificava che il Consorzio aveva rispettato le procedure e il collega faceva la stessa cosa per altre pratiche presentata da persone vicine a Cangialosi.

Ai domiciliari è finito Antonino Cosimo D’Amico, all’epoca a capo dell’Ipa di Palermo, che si sarebbe fatto corrompere dall’imprenditore e avvocato Giuseppe Guttadauro per dare il via libera a finanziamenti per oltre 3,5 milioni di euro. D’Amico sarebbe intervenuto sui membri delle commissioni di controllo affinché valutassero positivamente la domanda di Guttadauro.

In cambio D’Amico avrebbe ottenuto la promessa che il suo nominativo sarebbe stato preso in considerazione per l’incarico di capo di gabinetto dell’assessore regionale all’Agricoltura. E così sotto inchiesta sono finiti pure i commissari Lilli Napoli e Maria Concetta Catalano che rispondono tentata truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni e falso.

Di rivelazione di segreti d’ufficio, falso ideologico e materiale in atto pubblico, soppressione occultamento e distruzione di atto pubblico sono accusati anche Gaetano Ales, funzionario dell’Ipa, Vincenzo Geluso, ex sindaco di San Cipirello e oggi componente dell’Ufficio di gabinetto dell’assessore all’Agricoltura, e Salvatore Picardo. responsabile dell’area 4 tecnica-Suap del Comune di San Cipirello, in relazione ad una domanda di finanziamento di 159 mila euro per la riqualificazione dell’area a parcheggio su corso Trento e la realizzazione di un centro di informazione turistica.

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