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DEPURATORI, SICILIA RISCHIA NUOVA PROCEDURA UE DI INFRAZIONE

Tra ritardi burocratici e «distrazioni», la Sicilia rischia la quinta procedura d’infrazione dell’Unione europea per la mancata depurazione delle acque in 50 Comuni, che si aggiungono ai 243 dove non sono stati fatti i lavori e per i quali l’Europa ha già sanzionato l’Isola.

Oltre alla burocrazia lenta, si è anche verificato un errore materiale nell’opera di consolidamento di un costone (propedeutica alla costruzione del depuratore a Castellammare del Golfo, nel Trapanese): è stata messa in sicurezza la parte sbagliata, lasciando intatta quella a rischio. Lo scrive il Giornale di Sicilia, che intervista il commissario nominato per rimediare ai ritardi, Enrico Rolle, il cui ruolo «non prevede – spiega – il potere di ordinanza che permetterebbe di imporre tempi certi alle amministrazioni che devono collaborare con la struttura commissariale. E così spesso per una valutazione di impatto ambientale passa un tempo enorme».

«La prima procedura di infrazione – osserva Rolle – riguardava in Sicilia 51 agglomerati, la seconda 5, la terza 154 e la quarta 33. Il totale fa 243. La procedura di infrazione che sta per arrivare riguarderà altri 50 Comuni portando a poco meno di 300 quelli dove fogne e depuratori non funzionano. In Sicilia ci sono 390 Comuni, tre quarti hanno problemi di inquinamento».

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