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Covid, Mangiacavallo: “La situazione continua ad essere preoccupante e lontana dalla soluzione”

RIBERA. All’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca sono aumentati in maniera significativa i ricoveri di soggetti contagiati da Covid. Attualmente ci sono 11 soggetti ricoverati in degenza ordinaria (Medicina Covid) e 2 in terapia intensiva. Ricoveri che alla viglia di Natale si erano azzerati. Ciò che si immaginava ora diventa realtà, e l’allentamento ingiustificato delle misure anticontagio ha offerto un incredibile veicolazione al virus che ha trovato facile ospitalità nelle persone. Un’ospitalità senza quasi trovare resistenza.

Ieri in Sicilia sono risultati positivi 1.733 soggetti a fronte di 8.736 tamponi effettuati. Una percentuale di positività del 19,8% che pone la nostra Isola in testa alla classifica. Posizione, in verità, che sarebbe stato meglio rivestire in fondo alla classifica. In provincia di Agrigento gli attuali positivi sono 749 di cui 36 ospedalizzati. Di quest’ultimi, 6 sono ricoverati in terapia intensiva. Ne parliamo con lo pneumologo Nené Mangiacavallo.

L’innalzamento della curva epidemiologica, che rafforza la seconda ondata, riflette l’ennesimo errore che potevamo evitare dopo l’esperienza della prima ondata. 

“Vi sono numeri che si commentano da soli. Ritengo di  ribadire che la situazione continua ad essere preoccupante e sempre più lontana dalla tanto agognata soluzione.
Molti si ostinano a ricercarne le cause nella patogenicità del virus e nelle sue varianti, altri insistono nella ricerca affannosa di motivazioni scientifiche o climatiche, ed invocano incessantemente la vaccinazione di massa come unico elemento salvifico”.

E invece? 

“Credo sia arrivato il momento di riflettere sull’influenza dei nostri comportamenti rispetto alla preoccupante deriva della pandemia. Affermo che se si rispettasse il distanziamento fisico, se si indossasse regolarmente la mascherina e se si igienizzassero frequentemente le mani, le cose andrebbero meglio”.

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Alla fine, si replicano errori che dovrebbero evitarsi per l’esperienza con la quale conviviano da quasi un anno.

“So bene che qualcuno mi darà del ripetitivo, ma continuò ad essere fedele al motto repetita iuvant. Distanziamento fisico, uso della mascherina, igiene costante delle mani. Se poi non si organizzassero feste e festini, come spesso accade, se non si riempissero i locali pubblici con movide e similari, se i locali chiudessero all’orario stabilito e non si scambiasse la consumazione esterna al locale con il cosiddetto asporto, e tante altre cose ancora, la situazione sarebbe meno preoccupante”.

Non crede che la politica pecchi di chiarezza e renda tutto più complicato perché non riesce ad emanare norme semplici?

“Qualcuno vorrebbe scaricare la responsabilità dei numeri attuali sul Commissario Arcuri o sul Comitato Tecnico Scientifico che si limita ad esprimere pareri ed indicazioni. È invece compito della Politica emanare norme, non generiche e facilmente arginabili, ma regole chiare e non eludibili.  Trovo ormai stucchevole ed anacronistico il “gioco” della scelta del colore da assegnare ad ogni singola Regione, che sembra più l’ennesima mediazione politica che una scelta di sanità pubblica”.

Uno stop & go che trasforma la curva epidemiologica in un saliscendi da luna park. 

“Se vogliamo realmente ottenere risultati positivi, come si è verificato nel corso della prima ondata, occorre che il Governo abbia, senza esitazione, il coraggio e la determinazione di tornare al lockdown “vero” per un periodo di tempo sufficiente ad invertire la curva dei contagi, e sia capace di spendere bene i miliardi disponibili per ristorare chi realmente è penalizzato dalle restrizioni, evitando di inventarsi bonus verosimilmente improduttivi, per biciclette, rubinetti e poco ci manca che mettano bonus pure per le mutande”.

Gli assembramenti da movida sono diffusi su tutto il territorio nazionale, come se l’emergenza sanitaria fosse finita.

“E’ indispensabile un severo e costante controllo da parte delle Forze dell’Ordine, con l’applicazione delle sanzioni previste e raramente adottate. Solo così si potrà sperare che migliori la situazione. Se, invece, ci convincessimo che essendo iniziata la campagna vaccinale si possa ulteriormente abbassare la guardia, allora l’unica salvezza sarà la Provvidenza Divina”.

Filippo Cardinale

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