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Covid, l’estate nera in Sicilia: negli ultimi due mesi crescita record dei contagiati: la stragrande maggioranza non vaccinati

SICILIA. Siamo i peggiori d’Italia relativamente ai numeri epidemiologici da Covid. Dal primo luglio a fine agosto il bacino di infezioni attive, nella nostra Isola, è aumentato del 628%. Quasi 4 volte in più. Un numero di pazienti spaventosamente cresciuto sia nelle terapie intensive che nei reparti ordinari. Ci sono stati, nel periodo.  ben 322 decessi e un’incidenza di positivi sulla popolazione raddoppiata, schizzata quasi ai livelli di gennaio, quando l’epidemia era nel picco della sua seconda fase.

Un bilancio Covid che segna l’agosto appena trascorso nero sul fronte dei contagi e dei ricoveri, soprattutto se paragonato all’andamento registrato durante lo stesso periodo del 2020. La stragrande maggioranza degli ospedalizzati non risulta vaccinato.

Nelle ultime quattro settimane la quota di soggetti infettati dal Covid in Sicilia è passata da 10670 a 28300 l’incidenza del virus da 91 a 188 casi ogni 100 mila abitanti e la già lunga lista dei decessi da 6047 a 6369, mentre nei nosocomi siciliani i ricoveri sono aumentati di 644 unità: da 275 a 836 in area medica e da 31 a 114 nelle Rianimazioni, con tassi di saturazione dei posti disponibili balzati, rispettivamente, dal 9,9 al 22,7% e dal 4,9 al 13,1%, nonostante l’incremento dei letti messi a regime, che ad oggi, secondo dati Agenas, ammontano a 3680 nei reparti ordinari e a 869 nelle terapie intensive.

Impressionante il rialzo delle infezioni calcolata a partire dal primo luglio, quando i contagi attivi erano 3885, sette volte in meno rispetto a quelli odierni. Variazioni che preoccupano, e non poco, la Cabina di regia nazionale, specie se confrontati con l’andamento nazionale.

Deludenti i numeri della campagna vaccinale. Ieri, durante un sopralluogo a sorpresa nell’hub di Gela, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha puntato il dito  dito contro i «sedicenti movimenti no vax che vogliono paralizzare l’Italia. Non si può mettere a rischio la nostra vita di relazione e la nostra economia in questo modo”.

 

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