CON LE REGOLE ANTICONTAGIO, I BAR PERDONO IL 75% DEI POSTI AI TAVOLI (fotogallery)

A ridere sono solo i palloncini che simulano la testa di clienti e la distanza obbligatoria da mantenere. Sorridono come se fossero “in servizio” per allietare la festa di compleanno dei bimbi. Ma non ridono affatto i titolari dei bar, ma anche dei ristoranti, che sanno bene ormai, carta alla mano, quanto spazio destinato ai clienti non potranno più utilizzare con le rigide misure imposte con la fase 2 e la riapertura delle attività.

Un esempio pratico e ben visibile ce lo offre Stop & Go, all’interno del centro commerciale il Corallo. Le foto dimostrano, perfettamente, la nuova “formazione” ai tavoli destinati ai clienti per rispettare le misure di sicurezza e distanziamento.

Per far sedere 2 clienti alla distanza imposta, Stop & Go unisce 2 tavoli. Dunque, mentre prima i 2 tavoli ospitavano 8 persone sedute, oggi gli stessi tavoli ospitano 2 clienti. Una riduzione del 75% che si ripercuote, inevitabilmente, sul fatturato.

Per far sedere 4 clienti, secondo le misure della fase 2, Sto & Go unisce 4 tavoli. Quattro tavoli che prima ospitavano 16 persone. Per fare un esempio complessivo, se nella galleria del centro commerciale Stop & Go poteva far sedere ai tavoli 60 clienti, con le nuove misure di sicurezza il “pieno” consente solo 16 clienti. Praticamente solo il 25% della capacità pre-covid.

Appare di tutta evidenza quanto la realtà della ripresa si manifesti in tutta la sua difficoltà. Una difficoltà che, inevitabilmente, collide con il quadro economico dell’attività. I titolari adesso hanno esatta contezza delle traversie a cui vanno incontro. Il tourn over dei tavoli dovrebbe essere veloce per consentire maggiore capacità di ospitare clienti, ma è difficile dire agli stessi di sbrigarsi a consumare e andare via per far spazio ad altri.

La realtà degli spazi è drammatica ma è necessaria poiché un obbligo. Bar di dimensioni piccoli hanno davanti un quadro drammatico dal punto di vista economico. Ma anche sfruttando il suolo pubblico con le agevolazioni previste (niente canone al Comune) non sarà facile viste le proporzioni che richiedono le misure del DPCM e delle varie di rango regionale e locale. Ma anche i bar di dimensioni non piccole, hanno le stesse difficoltà.

Inevitabilmente, i titolari dovranno rivedere il piano economico e stabilire cosa vale la pena produrre. Molti hanno il grosso dell’introito nelle ore mattutine, con le colazioni. Non può esserci il flusso pre-covid. Ma anche chi punta sugli aperitivi deve fare i conti con una realtà che testimonia che nulla potrà essere come prima. E non sarà un questione di qualche mese. Ed è facile prevedere come la filiera della produzione debba necessariamente subire una modifica, una scelta anche radicale che include il concetto della convenienza. Se i costi superano i ricavi, è ovvio che il titolare di un’attività è costretto a scelte drastiche.

E’ vero che c’è a consegna a domicilio o l’asporto. Ma questo è un campo che in questi giorni non ha dato quei risultati sperati.

Filippo Cardinale