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CALCIOSCOMMESSE: COINVOLTO ANCHE IL RIBERESE VINCENZO ITALIANO

Il riberese è capitano del Padova è accusato di aver “aggiustato” la gara di campionato Padova-Grosseto

Le scosse causate dal terremoto calcistico che ha scosso l’Italia pallonara intera, sono giunte anche a Ribera. La notizia che ha sconvolto l’intera città crispina: anche il riberese Vincenzo Italiano è tra i 61 giocatori deferiti dal procuratore federale Stefano Palazzi nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse.

Nel dettaglio sono Atalanta, Novara e Siena le tre formazioni di Serie A deferite. Ai tre club, tutti in Serie B nella scorsa stagione – quella presa in esame dagli inquirenti – è contestata per il momento la responsabilità oggettiva. I club coinvolti sono 22; le partite sotto inchiesta sono 33, delle quali 29 del campionato di Serie B di varie stagioni; i tesserati deferiti sono 61, tra i quali, appunto, anche Vincenzo Italiano, capitano del Padova. Il riberese, stando a quanto sostiene il procuratore federale Stefano Palazzi, è accusato di aver tentato di “aggiustare” la gara di campionato Padova-Grosseto del 23 marzo del 2010 (terminata 1-0, coinvolti Italiano, Carobbio, Turati e le due società per responsabilità oggettiva). L’accusa nei confronti di Italiano parte da un ex giocatore del Grosseto, Filippo Carobbio, considerato  assai credibile dalla Procura, che riferisce nell’interrogatorio del 29 febbraio scorso:“In quel frangente venni a sapere da Turati che era stato contattato da Italiano del Padova che offriva denaro in cambio di una nostra sconfitta. Rifiutammo soprattutto perché non volevamo danneggiare l’allenatore. Perdemmo comunque e fu allontanato lo stesso”.

La procura, secondo le indiscrezioni che trapelano attraverso la stampa nazionale, riterrebbe che le dichiarazioni di Carobbio trovino diverse conferme. La prima nella conferma che la telefonata fra Italiano e Turati c’è effettivamente stata; la seconda è che l’amicizia fra i due rendeva Turati il tramite ideale; la terza che Carobbio non avrebbe avuto alcun interesse a riferire quel fatto a due anni di distanza, non traendone in tutto ciò alcun vantaggio; la quarta è che Turati ha partecipato a numerose altre combine.

Vincenzo Italiano, sempre nell’interrogatorio alla Procura Federale, avrebbe confermato la telefonata e l’amicizia con Turati, ma avrebbe smentito categoricamente di aver offerto denaro per quella gara. Il Padova, a differenza di Italiano, è coinvolto anche in un’altra partita: Padova-Atalanta del 26 marzo 2011. Marcello Cestaro, il Presidente del Padova, ieri si è sfogato così: “Non sono arrabbiato ma deluso, il calcio mi preoccupa e sto pensando di allontanarmi da questo che non è il mio mondo”.

Poi riferendosi a Vincenzo Italiano ha aggiunto: “Il capitano mi ha ripetuto quello che mi aveva già detto all’inizio, ovvero che di parole se ne fanno tante, ma lui è estraneo”.

Lo sfogo di Vincenzo Italiano, invece, riportato sul sito di Padova Sport, inizia così: “Che devo dire, sono esterrefatto da ciò che sono venuto ora a conoscenza. Sul mio deferimento dico solo che sono in pace con me stesso, il collega calciatore nonché amico mio da più di 10 anni parlava e scherzava con me, non ho assolutamente mai e poi mai fatto e nemmeno pensato di fare certe cose che non stanno nel mio modo di vivere. Tu mi conosci Mauro (si rivolge a Marotto, l’amico fraterno, ndr), sai che sono un calciatore e un uomo con certi valori”. Poi Italiano aggiunge: “Se per una parola detta tra amici e uno che ha combinato solo casini e reati come quell’innominabile signore che la sente e la riporta al procuratore, io e il collega amico veniamo chiamati a spiegare perché si rideva e scherzava sul mondo nostro, siamo arrivati all’indecente. Io non ho niente da temere, sono apposto con me stesso, sto solo così, un po’ sconsolato, al pensiero che il popolo padovano possa pensare certe cose”.

Redazione Corriere

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