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ASSENTEISTI OSPEDALE DI RIBERA, PROCESSO PER 15 DIPENDENTI

Risale all’11 luglio del 2017 il blitz effettuato dai militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Sciacca guidata dal capitano Luigi Carluccio. Indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Sciacca mirate a scovare un ventaglio di reati che va dalla truffa ai danni dell’ente pubblico , dall’interruzione di pubblico servizio alle false certificazioni. Secondo gli investigatori, all’ospedale di Ribera accadeva di tutto e di più.  Chi timbrava il cartellino anche per i colleghi. Chi faceva la spesa utilizzando l’ambulanza del 118. Indagini condotte on appostamenti, videoriprese e accertamenti per verificare eventuali casi di allontanamento dal luogo di lavoro o certificazioni mediche rilasciate.

Erano in 34 ad essere sotto inchiesta e l’operazione anti assenteismo è stata definita “Ghost Rider”. Nella mattinata dell’11 luglio 2017, furono notificati gli avvisi di conclusione delle indagini.

Adesso, il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Sciacca, Rosario Di Gioia, ho rinviato a giudizio 15 imputati. Truffa e falso, a vario titolo, sono ni reati contestati. La richiesta è stata avanzata dai pubblici ministeri Christian Del Turco e Michele Marrone. I difensori hanno chiesto il non luogo a procedere.  La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 12 settembre. L’Asp di Agrigento si è costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato Antonino Augello.

PRESENZA IN SERVIZIO E REDAZIONE DI CERTIFICATI MEDICI. Tra i rinviati a giudizio vi sono due medici riberesi, Silvana Galletta, di 54 anni, e Serafino Galletta, di 62. A loro vengono contestati non solo fatti che interessano la presenza in servizio ma anche la redazione di certificati medici.

REDAZIONE DI CERTIFICATI MEDICI. Il rinvio a giudizio riguarda Anna Maria Bono, di 63 anni, e Giovanni Angelo Panarisi, di 60.

PRESENZA IN SERVIZIO. Rinviati a giudizio per tale accusa, Davide Caico, di 48 anni; Carmelo Tortorici, di 62; Felice Milioto, di 52; Vincenzo Caternicchia, di 60; Nino Riggi, di 62; Calogero Triolo, di 52; Paola Veneziano, di 47; Calogero Schifano, di 63; Liborio Saladino, di 55; Maria Vaccaro, di 63; Francesco Russo, di 49.

Il dipendente Giovanni Marù, di 68 anni, ha patteggiato la pena di un anno con la sospensione condizionale.

Nutrito il gruppo degli avvocati difensori: Giovanni e Sergio Vaccaro, Antonino Tornambè, Giovanni D’Azzo, Pietro Di Piazza, Raimondo Maira, Matteo Ruvolo, Antonio Palmieri, Serafino Mazzotta, Marcello D’Anna, Francesco D’Anna, Giacomo Pellicanò e Angelina Spagnolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dunque, sono 34 gli indagati. Tra essi medici, infermieri e personale amministrativo. Questi i provvedimenti.

Per Davide Caico, 46 anni, consigliere comunale di Ribera, e Felice Milioto, di 51, consigliere di Cianciana, obbligo di presentazione, tutti i giorni, dalle 19 alle 20, alla polizia giudiziaria. Stessa misura per i Silvana e Serafino Galletta, di 62 e 69 anni, di Ribera; Giovanni Marù, di 66, di Gela; Carmelo Tortorici, di 60, di Ribera; Vincenzo Caternicchia, di 57, di Ribera. La Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari.

Ci sono altri due consiglieri comunali coinvolti nell’inchiesta: Nino Aquilino, di 61, di Cattolica Eraclea, e Giovanni Angelo Panarisi, di 58, di Montallegro. Per loro la notifica della conclusione delle indagini insieme a Nino Riggi, di 61, di Ribera; Calogero Triolo, di 67, di Agrigento; Paola Veneziano, di 45, di Ribera; Calogero Schifano, di 62, di Favara; Liborio Saladino, di 54, di Sciacca; Francesco Russo, di 48, di Ribera; Maria Vaccaro, di 62, di Ribera; Francesco Baiamonte, di 53, di Ribera; Maria Garufi, di 59, di Cattolica Eraclea; Salvatore Aiello, di 62, di Mazara del Vallo; Salvatore Dimino, di 56, di Menfi; Francesco Alfano, di 43, di Agrigento; Francesco Virgadamo, di 62, di Burgio; Antonio Scaglione, di 56, di Ribera; Lucia Sarullo, di 55, di Ribera; Pasquale Piazza, di 54, di Cattolica Eraclea; Maria Fiammetta Tararà, di 62, di San Biagio Platani; Antonino Russo, di 49, di Ribera; Alfonso Di Maria, di 49, di Agrigento; Antonio Pagano, di 48, di Lucca Sicula; Nicolò Colletti, di 64, di Santa Margherita Belice; Giuseppe Comparetto, di 57, di Agrigento; Vincenzo Craparo, di 44, di Sciacca; Vincenzo Tramuta, di 48, di Ribera; Anna Maria Bono, di 52, di Marsala.

L’inchiesta è coordinata dal Procuratore Roberta Buzzolani e dai sostituti Michele Marrone e Christian Del Turco. Le indagini sono scaturite da segnalazioni anonime e comprendono un periodo  tra ottobre 2016 e febbraio 2017.

La Guardia di Finanza ha usato per le investigazioni telecamere collocate all’interno dell’ospedale. I militari pedinavano e filmavano  dipendenti. Secondo le fiamme gialle, si sarebbe determinato “un vero e proprio «sistema, in cui i dipendenti pubblici avevano assunto a stile di vita comportamenti in tutto antigiuridici, costituiti dalla continua falsificazione dell’attestazione circa la propria presenza sul posto di lavoro, a tutto beneficio di impegni personali e familiari svolti in modo indisturbato al di fuori del nosocomio riberese”.

False certificazioni. Sarebbe stato rilevato “come alcuni dei medici responsabili di tale servizio si limitassero a compilare il referto della visita richiesta dai datori di lavoro dei dichiaranti malattia, senza procedere all’effettuazione della visita stessa e talvolta senza neppure avere alcun contatto con il paziente”.

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