Mafia e appalti a Sciacca, tre rinvii a giudizio

Un’indagine che avrebbe permesso di ricostruire l’esistenza di dinamiche criminali legate all’esercizio di un capillare controllo economico del territorio da parte della locale famiglia mafiosa
Tre rinvii a giudizio e un non luogo a procedere nell’ambito dell’operazione che era stata messa a segno nel luglio del 2024, a seguito delle indagini condotte dal GICO del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, con l’ausilio dei colleghi della Compagnia di Sciacca, che avrebbero permesso di ricostruire l’esistenza di dinamiche criminali legate all’esercizio di un capillare controllo economico del territorio da parte della locale famiglia mafiosa. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Palermo, Carmen Salustro, ha rinviato a giudizio l’imprenditore Michele Russo di 45 anni con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, l’ex responsabile della protezione civile Maurizio Costa 64 anni di Favara con le accuse di corruzione e falso e Antonina Friscia di 79 anni accusata di favoreggiamento. Non luogo a procedere invece per Michele Galluzzo di 52 anni che era accusato di favoreggiamento, il reato non è punibile attraverso l’istituto della ritrattazione. Il processo nei confronti dei tre saccensi inizierà l’11 giugno prossimo al tribunale di Sciacca con il rito ordinario. Hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, invece, Domenico Friscia 61 anni, ritenuto il nuovo boss della cosca di Sciacca, l’imprenditore Giuseppe Marciante di 37 anni, Rosario Catanzaro di 65 anni e l’ex consigliere comunale Vittorio Di Natale di 49 anni. Per Catanzaro e Di Natale l’accusa è di scambio elettorale politico-mafioso.