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VICENDA PARCO TERME, I PUNTI OSCURI DA CHIARIRE

L’apertura del parco delle terme doveva significare, nelle intenzioni della politica regionale e locale, il “segnale” di una inversione di tendenza offrendo ai saccensi una visione di un interessamento verso le Terme criminalmente chiuse da quattro anni dall’allora governo Crocetta.

Si è rivelata, invece, la reale rappresentazione di una commedia, specchio della insufficienza degli attori principali. Da un lato la Regione rappresentata (all’apertura dei cancelli) ai massimi livelli con la presenza del Presidente e del Vice Presidente della Regione, dall’altro dall’Amministrazione spinta da una fretta che ha sorvolato su elementi basilari entro cui si inquadra la “gestione ordinaria” di un parco che richiede, invece come dimostrato nel passato, una gestione con notevole impegno e risorse.

I fatti, chiari e noti a tutti, sono evidenti. Mancanza di illuminazione, di servizi igienici adeguati, di sicurezza con il sistema antincendio, di guardiania 24 ore su 24, di una pulizia giornaliera.

Bisogna aggiungere, anche, che a distanza di 24 ore dall’apertura dei cancelli, una bimba è caduta in un tombino aperto. Una conseguenza che sta immettendo la vicenda sul solco delle vie giudiziarie.

Nell’ultima seduta consiliare, la questione è stata l’occasione introduttiva con delle comunicazioni da parte del consigliere di Mizzica, Fabio Termine. Il nocciolo della questione è la lettera del 10 maggio 2019 a firma dell’assessore all’Economia Gaetano Armao e della dirigente generale Benedetta Cannata. In tale lettera sono esplicitati, in maniera chiara, oneri per il Comune. Oneri costosi per le casse comunali: guardiania H24, illuminazione, antincendio. LEGGI LA LETTERA: PRESCRIZIONI APERTURA PARCO TERME

Il sindaco, nel corso del suo intervento, ha detto che ha scritto una lettera all’assessore Armao comunicando di “non accettare le condizioni”.

In verità, qualcosa ci pare collidere con le affermazioni del sindaco. Alla lettera di Armao del 10 maggio scorso, segue la lettera del sindaco del 21 maggio nella quale è scritto: “in riscontro alla sua del 10 maggio con la presente, nell’esprimere il più vivo ringraziamento per la pronta disponibilità e per la vicinanza alle aspettative dei cittadini saccensi, questo Comune assume in consegna il Parco delle Terme…….Il Comune, quale custode, assume tutti gli oneri di cui all’articolo 11 del contratto di concessione stipulato il 25 ottobre 2017, e si impegna a svolgere tutte le attività di manutenzione ordinaria necessarie per l’apertura al pubblico del Parco delle Terme, sollevando da ogni responsabilità per danni diretti o indiretti che potessero occorrere ad esso concessionario ed a terzi, derivanti da un fatto doloso o in conseguenza di negligenza e trascuratezza”.  LEGGI LETTERA: LETTERA COMUNE 21 MAGGIO 2019

A beneficio dei nostri lettori, riportiamo testualmente cosa recita l’articolo 11 del contratto di concessione dei beni stipulato il 25  ottobre 2019: “Il Concessionario è costituito custode degli immobili assegnati, con tutti i mobili ed arredi ivi presenti, e risponde di tutti i deterioramenti, eccedenti l’ordinaria usura, o danni che dovessero essere causati ai locali da persone che egli vi abbia immesso, anche solo temporaneamente. Egli solleva inoltre la Regione da ogni e qualsiasi responsabilità per danni diretti o indiretti che potessero occorrere ad esso concessionario ed a terzi, derivanti da un proprio fatto doloso o colposo, o in conseguenza di negligenza e trascuratezza”. LEGGI ART. 11: art 11 concessione

A questo punto, il quadro è chiaro. Se il sindaco ha detto di non aver accettato le prescrizioni contenute nella lettera del 10 maggio scorso, perché ha firmato la lettera del 21 maggio? E se è vero (non abbiamo dubbi) che esiste una lettera (successiva?) con la quale non accetta gli oneri imposti, ha provveduto a riconsegnare le chiavi ad Armao o ha ricevuto una lettera di Armao con la quale l’Assessore annulla le precedenti prescrizioni?

L’articolo 11 “costiuisce” custode il Comune. Sarebbe stato assai utile che prima di aprire il Parco, il Comune imponesse alla Regione di mettere in sicurezza il bene, compresa l’illuminazione e l’antincendio. Soltanto con il Parco a norma e sicuro sarebbe stato il momento di “riconsegnarlo” alla città. Perché come si trova attualmente, cioè nelle condizioni in cui è stato riaperto, il Comune si assume tutte le responsabilità derivanti per danni a terzi, anche a causa di “negligenza e trascuratezza”. Lasciare tombini aperti, cavi per terra, cancelli aperti di notte con il parco, al buio sono elementi disturbatori del sonno di chi si è assunto le responsabilità. Solo l’incoscienza può farlo stringere tra le braccia di Orfeo.

Attendiamo, soprattutto per garantire l’incolumità pubblica all’interno del Parco secondo le ottimali condizioni poste anche dalle normative.

Filippo Cardinale

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