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VIADOTTO CANSALAMONE, PRONTO LO STEP VERSO IL PROGETTO ESECUTIVO

“Abbiamo supportato il Commissario del Governo per l’emergenza idrogeologica nella redazione della documentazione propedeutica alla progettazione esecutiva dei lavori di consolidamento del Ponte Cansalamone di Sciacca, che sarà presto affidata a liberi professionisti, con l’obiettivo di riaprire al traffico l’importante infrastruttura, nel più breve tempo possibile”.

Lo dice l’ingegnere Capo del Genio Civile di Agrigento Rino La Mendola che, prima di spiegarci nel dettaglio quali saranno i prossimi passi, ringrazia l’assessore regionale alle Infrastrutture, onorevole Marco Falcone, “per l’impegno profuso mirato alla definizione di un iter che riguarda un importante viadotto di collegamento tra le periferie ovest con il centro cittadino”.

Il progetto è di 2.930.000 euro di cui per lavori 1.853.667 euro. Oltre alle somme a disposizione anche quelle per le prove statiche e dinamiche, indagini e monitoraggio dell’opera.

LE PROVE STATICHE E DINAMICHE PUNTO DI SNODO. “Qualsiasi soluzione possa essere adottata, che include anche la possibilità di un’apertura del viadotto con forti limitazioni, abbiamo previsto che le prove si debbano espletare sia nella fase propedeutica, dunque prima di elaborare il progetto, sia a conclusione”, ci dice l’architetto Rino La Mendola, spiegando che “se in occasione delle prove propedeutiche al progetto dovessero emergere risultati confortanti, rassicuranti, i tecnici incaricati potranno valutare l’ipotesi di aprire il viadotto Cansalamone”. In caso contrario, e cioè che le prove dinamiche e statiche dovessero dare esiti sconfortanti, “la riapertura del Cansalamone sarà demandata all’ultimazione dei lavori di consolidamento”.

DOPO ANNI LA VICENDA GIUNGE AD UNO SBOCCO.  “Noi siamo soddisfatti- continua La Mendola nel corso della nostra conversazione- perché abbiamo sbloccato una situazione che si protraeva da anni. Il nostro intervento si è rivelato non solo proficuo ma anche molto veloce. Abbiamo messo il Commissario nelle condizioni di affidare l’incarico nel giro di una settimana. Siamo convinti che le indicazioni progettuali individuate, sebbene in embrione, siano efficaci, anche perché il progettista avrà la facoltà di poter modificare le soluzioni progettuali proposte. Rimaniamo convinti, però, di aver dato una forte spinta alla progettazione”.

UNA SOLUZIONE DEFINITIVA GRAZIE AL FINANZIAMENTO PREVISTO DAL “PATTO PER IL SUD”. ECCO I LAVORI DA ESEGUIRE. La soluzione definitiva del viadotto Cansalamone è resa possibile grazie alla somma prevista nel Decreto “Patto per il Sud”. “Gli interventi previsti in linea di massima- ci spiega l’architetto La Mendola- consistono nel  rinforzare le fondazioni delle due pile in stato di criticità, rinforzare con una sottofondazione su pali. C’è anche l’ampliamento della superficie di appoggio degli impalcati che viene realizzato con un ampliamento dei pulvini; poi tutta la ripulitura dei cementi armati ammalorati con il ripristino della nuova armatura con calcestruzzo di altissima qualità. E’ prevista la sostituzione di una delle travi che manifesta qualche segno di cedimento, il ripristino dei giunti che sono andati a male, la realizzazione della canalizzazione delle acque sotto i giunti, una situazione che ha fatto molto deteriorare la qualità dei calcestruzzi; saranno rifatti i giunti, la struttura stradale, i guardrail che saranno.

IN ATTESA DELL’ESITO DELLE VERIFICHE PER UNA RIAPERTURA LIMITATA. “In base all’esito delle prove e se con due castelletti in tubi innocenti può essere garantita la sicurezza, si può procedere anche con la riapertura limitata”. Finiti i lavori con le prove finali, se esse offrono esito favorevole, potrei togliere i vincoli restrittivi del traffico e il viadotto torna a vivere la sua vita”.

La Mendola ci spiega che “non è detto che ci possa essere un’interruzione tra le fasi dei lavori”, ma sostiene anche che “sarebbe opportuno un intervento sulle altre pile non interessati a interventi. Sarebbe il caso di rinforzarle tutte, visto la situazione precedente che si è verificata”. Ma questo ulteriore intervento può essere oggetto di una volontà politica che faccia in modo di reperire soldi per un altro stralcio di interventi.

Dopo anni di chiusura, eseguiti i lavori, bisognerà anche “verificare gli impalcati in cemento armato e capire quale è la reazione quando verranno messi in carico, in funzione. Qualche margine di dubbio quando si fanno questi interventi c’è sempre, però siamo molto ottimisti”.

ABBATTERLO E RICOSTRUIRLO RICHIEDEREBBE COSTI ESOSI. Su tale ipotesi, il Capo del Genio Civile di Agrigento ci dice che “non ci sono le condizioni per abbatterlo. Abbiamo effettuato una stima della spesa necessaria per rimuovere il viadotto. La stessa rimozione, con i costi per il materiale da conferire  in discarica, incide in maniera enorme. Dal punto di vista economico sicuramente è da scartare l’ipotesi di abbattimento e una ricostruzione. Vista la spesa che si sta affrontando, anche a pensare di rinforzare le altre pile in un secondo stralcio di lavori, è sempre conveniente seguire il percorso che stiamo praticando”.

Le parole dell’architetto Rino La Mendola squarciano un silenzio calato sul viadotto Cansalamone da troppi anni. Un silenzio che ha tranciato in due la città con le periferie ovest rimaste sempre più relegate dalla vita cittadina. Un lungo silenzio che oggi avvolge tutta la zona del Cansalamone poiché anche la via omonima sottostante il viadotto è stata chiusa al traffico perché pericolosa. Una maledizione frutto anche di incuria e abbandono di una fase essenziale: la manutenzione.

Filippo Cardinale

 

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