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Via Lido, le 19 famiglie devono ancora attendere. E’ il Comune soggetto attuatore e non il Genio Civile

SCIACCA. La nostra città è come un palcoscenico dove si recita a soggetto. A volte, molte volte, con copioni scritti male, spesso scritti con la fretta di apparire. E ai copioni frettolosi si aggiungono dichiarazioni altrettanto frettolose, magari temerarie dietro l’effetto dei microfoni, dell’apparire ad ogni costo.

Intanto, 19 famiglie patiscono disagi enormi e spese ingenti a causa dell’evacuazione imposta dal Comune dopo il crollo di due muri di contenimento in cemento armato spazzati via dal nubifragio della notte tra il 10 e l’11 novembre dello scorso che danni ingenti ha provocato alla città. In entrambi i casi i muri si piegati pesantemente sulle palazzine ed è stato necessario evacuare le famiglie residenti dai loro appartamenti in attesa di accertamenti e interventi di messa in sicurezza. Entrambi gli edifici continuano ad essere in una situazione di pericolo permanente e senza un rifacimento dei muri non sarà possibile rientrare negli appartamenti.

Lontano dalle loro case ormai da oltre due mesi le 19 famiglie sgomberate devono fare i conti anche con il muro di gomma amministrativo-burocratico. Nelle fattispecie, è più amministrativo che burocratico. Taluni errori possono, devono, essere evitati. Come evitate devono essere talune dichiarazioni che sono fuorvianti e sono il riflesso della superficialità, dell’impreparazione.

La Protezione civile ha già stanziato mezzo milione di euro per la messa in sicurezza. Soldi che sono finite nelle casse comunali poiché nel decreto di finanziamento il Comune di Sciacca è soggetto beneficiario e soggetto attuatore. Da palazzo di Città è stato detto che per accorciare i tempi di progettazione, poiché il Comune non ce la fa, si è passata la vicenda al Genio Civile di Agrigento che assumerebbe il ruolo di soggetto attuatore “per snellire i tempi”.

Ma non è così. Non è così semplice come è stato rappresentato a mezzo di dichiarazioni, a volte frettolose. Tanto è vero che il genio Civile di Agrigento scrive al sindaco di Sciacca (il 24 dicembre 2021) comunicando che la richiesta di sostituzione di soggetto attuatore (dal Comune al Genio Civile) deve essere avanzata al Dirigente regionale del Dipartimento regionale Tecnico. Il Genio Civile è infatti incardinato in tale Dipartimento. Insomma, il Genio Civile spiega per iscritto al sindaco che deve essere il Dirigente del Dipartimento regionale Tecnico a valutare. Il sindaco ha sbagliato destinatario nella sua missiva.

In buona sostanza è successo che il decreto ha individuato nel Comune di Sciacca il doppio soggetto: beneficiario e attuatore. Dunque, la sostituzione del soggetto attuatore deve avvenire con specifico decreto, annullando e rielaborando quello precedentemente emesso.

A distanza di tempo, dunque, e mentre  le 19 famiglie vivono i disagi dell’evacuazione, il Comune di Sciacca scrive, pochi giorni prima di Natale, al Dipartimento regionale di Protezione Civile e, sbagliando, al Dipartimento regionale Tecnico Ufficio del genio Civile di Agrigento, chiedendo la sostituzione del soggetto attuatore.

La sostituzione va inoltrata, invece, al Dirigente regionale del Dipartimento Tecnico. E’ questo che valuta e decide.

Nella richiesta, il sindaco Francesca valenti chiede “di nominare in sostituzione del Comune di sciacca, stante l’urgenza dell’avvio dell’intervento a salvaguardia della privata e pubblica incolumità, gli Uffici del Genio Civile di Agrigento quale soggetto attuatore dell’intervento  cod. SI-Ag-1411 dell’OCDPC 558/2018”. Il tutto perché “ad oggi il IV Servizio Lavori Pubblici e Protezione Civile del Comune di Sciacca è impegnato nell’attuazione di innumerevoli opere pubbliche poltre ad essere penalizzato da una cronica mancanza di personale tecnico” e che “la necessaria celerità nell’attuazione dell’intervento cod. SI-Ag-1411 non è oggi compatibile con le condizioni operative ed il carico di lavori del IV Servizio comunale”.

Il Genio Civile di Agrigento, dunque, non ha responsabilità sul tempo trascorso infruttuosamente.

Intanto, non è escluso che si apra un contenzioso tra privati e Comune: il muro crollato divideva la strada pubblica dall’area privata. Deve essere accertato se le cause sono legate al promontorio della via Allende che è in stato precario o se c’è stato un problema di progettazione quando a suo tempo venne realizzato l’immobile. I privati nel frattempo stanno pensando di ripristinarlo.

Il tempo intanto scorre e le 19 famiglie della via Lido si sentono abbandonate perché non possono tornare a casa. Temono, ed hanno ragione, che i tempi si allunghino ancora.

L’amministrazione comunale conosce bene la questione e non può perdere ulteriore tempo nel soddisfare le legittime istanze dei residenti, a cominciare dall’esigenza di aiutarli economicamente per le spese fin qui sostenute.

In questi anni ne abbiamo visto tante di rappresentazioni farsesche, nonostante il teatro Popolare sia ignobilmente chiuso. Siamo alle fasi finali. Non ci resta che attendere, a breve, il titolo finale the end.

Filippo Cardinale

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