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“UN INSTANTE PRIMA”: IL GIUDICE DAMBRUOSO HA CALAMITATO L’ATTENZIONE DI UNA FOLTA PLATEA

Ieri sera è stato presentato il libro del giudice Stefano Dambruso, esperto in terrorismo internazionale. La location è stata quella del Museo Regionale, nell’ex Istituti Sant’Anna. Moderatore è stato il giornalista Giuseppe Recca. La manifestazione è stata organizzata dalla Presidenza del Consiglio Comunale. Per l’Amministrazione, hanno rivolto il saluto il siondaco Vito Bono e il vice sindaco Carmelo Brunetto. Il Presidente del Consiglio comunale, Filippo Bellanca ha rivolto il saluto da parte del civico consesso. Oltre al gioudice Stefano Dambruoso, è intervenuto il Consigliere diplomatico del Ministro di Giustizia, Marco Peronaci.

Stefano Dambruoso (Bari, 15 marzo 1962) è un magistrato e scrittore italiano. Capo dell’Ufficio per il coordinamento dell’attività internazionale del Ministero della Giustizia, è stato sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano. È in magistratura dal 1990. Nel 1992 è stato nominato sostituto procuratore ad Agrigento. Dal 1994 al 1996, applicato alla procura distrettuale di Palermo. Ha indagato su associazioni mafiose e reati contro la Pubblica Amministrazione. È stato Pubblico ministero in vari maxiprocessi a Palermo.Dal dicembre 1996 alla Procura della Repubblica del tribunale di Milano. Si occupa di terrorismo, cominciando a collaborare anche con altre autorità giudiziarie europee. In quegli anni, indaga tra l’altro sull’omicidio di Fausto e Iaio. Dalle esperienze investigative sul terrorismo a carattere transnazionale nascerà nel 2001 Eurojust, il primo “esperimento” di «squadre investigative comuni» a più Paesi dell’Unione europea nel segno di una cooperazione giudiziaria. Dal 2001 è componente della Direzione distrettuale antimafia di Milano per la quale svolge indagini in materia di organizzazioni dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti e di gruppi appartenenti ad organizzazioni criminali calabresi. Si occupa delle indagini sull’area anarco-insurrezionalista, coordinando diversi uffici di polizia giudiziaria appositamente impegnati in questo settore investigativo. Dopo i fatti dell’11 settembre 2001 la collaborazione si intensifica e diventa continuativa. Due anni dopo, prende contatti con la Law Enforcement americana e perfeziona nuovi strumenti investigativi e finalizzati a prevenire e combattere il crimine organizzato e il terrorismo islamico. Da maggio al luglio 2003 è consulente dell’Istituto internazionale delle Nazioni unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (UNICRI), agenzia dell’Onu con sede a Torino, per la ricerca sulla lotta al crimine organizzato e terrorismo. Il 19 aprile 2004 assume l’incarico di esperto giuridico presso la Rappresentanza permanente italiana dell’Onu di Vienna. Con Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera, Dambruoso firma il libro “Milano-Bagdad. Diario di un magistrato in prima linea nella lotta al terrorismo islamico in Italia”, per l’editore Mondadori. Il saggio descrive Milano e la Lombardia come snodi del «radicalismo islamico», sedi di «una rete di supporto logistico al terrorismo di Al Qaeda», di un apparato in grado di organizzare pericolosi attentati [1]. Nel gennaio 2010 è stato indicato tra i candidabili alla carica di governatore della Regione Puglia. Il 5 novembre 2010 è stato nominato membro del Consiglio Direttivo dell’Agenzia per la sicurezza nucleare italiana. Nel 2011 ha firmato, insieme al giornalista Vincenzo Spagnolo, il saggio “Un istante prima”, sul decennio trascorso dall’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001 e sul contrasto investigativo e giudiziario al terrorismo di matrice jihadista, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nella collana Strade Blu.

Sinossi del libro
Superato lo shock dell’11 settembre 2001, nonostante si siano verificati altri gravi attentati la maggior parte dei cittadini, nel mondo occidentale e in Italia, ha lentamente ripreso la routine della propria esistenza. Stefano Dambruoso ha affidato al giornalista d’inchiesta Vincenzo Spagnolo le riflessioni lucide e incalzanti di un magistrato tenace, che non ha mai smesso di ragionare, capire, valutare indizi, costruire collegamenti: impegnato presso la procura di Milano, Dambruoso fu tra i primi a segnalare pericolosi indizi di attività terroristica in alcune indagini su personaggi attivi in Italia, legati a un allora semisconosciuto miliardario saudita di nome Osama bin Laden. Dieci anni dopo l’orrore del grande attentato alle Torri gemelle, il network del terrore si è profondamente trasformato, ma non è scomparso. È la parabola del jihadismo fai-da-te, subdola minaccia portata alle nostre società da attentatori isolati che si abbeverano a farneticanti proclami su Internet. Ripercorrendo un decennio di indagini e di esperienza diretta, il magistrato più attivo in Italia contro il terrorismo disegna oggi il profilo della nuova minaccia, dovuta a schegge impazzite che “non lasciano una scia definita, ma solo poche, labili tracce”. Una sfida che non consente cali di attenzione. Diventa dunque fondamentale, per evitare nuove stragi, anticipare le mosse dei potenziali attentatori, per poter arrivare prima che l’ordigno venga innescato. Anche solo un istante prima.

 

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