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Turismo, Rizzuto: “Esaltare l’identità del nostro territorio è la sfida vincente”

SCIACCA. Il turismo è un termine che spesso, purtroppo, viene usato in una visione di retrospettiva che collide con le nuove esigenze che promanano dal mondo dei viaggiatori. La globalizzazione ha ristretto il mondo, annullato le distanze, ha offerto la possibilità di conoscere ciò che prima rimaneva nell’immaginazione delle persone. Una globalizzazione, però, che ha “confuso” la sostanza del viaggio alla scoperta di sensazioni, di emozioni, assumendo sempre più la conformazione di un “mercato” dell’offerta turistica nel quale prevale la logica commerciale, mettendo all’angolo lo spirito del “viaggiatore”.

L’idea del Museo diffuso 5 Sensi di Sciacca coglie, invece, la sostanza del nuovo modo di viaggiare sempre più proteso alla ricerca dell’offerta turistica che abbia come sostanza l’identità di un luogo, il suo bagaglio culturale, di tradizioni, di usi. Viviana Rizzuto sta dedicando il suo tempo pieno per mutare il concetto, ormai superato del turismo commerciale, senza anima, senza emozioni. Sciacca, la Sicilia, non ha nulla di inventare perché possiede un tesoro inestimabile di ricchezza compreso in un ventaglio di tesori che la rendono davvero una straordinaria fonte dove attingere la vera sostanza di cui il viaggiatore va alla ricerca.

Viviana, la nascita del Museo Diffuso 5 Sensi di Sciacca trova una valida sponda nella creazione di una rete di offerta.

“La nascita del coordinamento per gli Ecomusei è un segnale forte di innovazione territoriale che fa ben sperare per lo sviluppo sostenibile della Sicilia. Sono tutte realtà che senza l’aiuto di nessuno, si sono rimboccate le maniche e trasformato in valore le risorse già disponibili sul nostro territorio”.

Il mondo cambia e con esso l’esigenza del turista che si trasforma in viaggiatore alla scoperta di un valore aggiunto che  esalta l’identità di un luogo.

“Le travolgenti sfide ambientali, economiche, sociali, sanitarie degli ultimi decenni hanno mostrato come i vecchi approcci di tipo top-down non abbiano funzionato. Il concetto di sviluppo territoriale è tutto da riformulare, il concetto di welfare da riscrivere. Negli anni i nostri territori sono stati visti come bacini di utenti, come “bisogni da colmare”. Il top-down ha portato a passivizzare i territori i cui cittadini hanno perso la loro caratteristica di “abitanti” (habitante – habere, possedere) per rivestire il ruolo di “residenti” (sedere abitualmente). Singoli individui “passivi” in attesa di una valorizzazione, di uno sviluppo, di una crescita culturale e economica mai arrivati. Da anni. Da decenni ormai”.

Una sorta di stagno senza ricambio, di appiattimento refrattario alle novità del mondo attuale.

“Qualcosa sta cambiando. I territori stanno mutando da “bacini di utenti” / “bisogni di soddisfare”, in contenitori di “competenze di vita”, di “relazioni abilitanti” in grado di auto-generare crescita e sviluppo”.

Un concetto che stravolge un’idea statica dell’offerta turistica.

“La grande innovazione che tutti cercano e che spesso identificano con l’”invenzione di qualcosa di nuovo”, forse è proprio qui, a portata di mano e si sta concretizzando proprio sotto i nostri occhi”.

Una formula magica? O un’inversione di concetto che spinge, invece, dal basso verso l’alto?

“Nessuna formula magica, ma una innovazione dei processi, rivoluzionaria, profonda, efficace. In una nuova capacità di gestione delle risorse di cui è intriso il nostro territorio che arriva proprio dalla co-operazione tra le competenze presenti sul territorio, riconosciute, attivate, organizzate”. L’approccio bottom-up portato avanti dalla rete degli ecomusei sta agendo su 3 aree distinte ma fortemente interconnesse: sviluppo economico, crescita culturale, inclusione sociale. E in alcune aree, in pochissimo tempo ha già raggiunto risultati concreti. È il caso del nostro ecomuseo”.

L’esperienza del Museo Diffuso 5 Sensi di Sciacca ha mollato gli ormeggi e naviga in mare aperto.

“Nell’ambito dello sviluppo economico, un grandissimo risultato per noi è la collaborazione con Aeroviaggi che per la prima volta quest’anno aprirà anche in inverno proponendo esperienze da vivere tutto l’anno. Destagionalizzare è uno degli obiettivi che ci siamo prefissati dall’inizio e oggi è realtà”.

E nell’ambito culturale?

“In ambito culturale siamo riusciti ad applicare la Convenzione di Faro riaprendo alcuni tra i siti più belli e intrisi di identità del nostro territorio. L’Ecomuseo dei 5 Sensi oggi è anche capofila della nuova realtà DiCultHer FARO SICILIA che sul piano nazionale mira a promuovere l’applicazione della Convenzione da poco ratificata dal parlamento italiano”.

Un’attività, la vostra, che coinvolge anche il sociale.

“In ambito sociale, oggi esiste una comunità di imprenditori, artigiani, professionisti, volontari, persone con disabilità diverse che co-operano per il raggiungimento di obiettivi comuni. Ma anche la nascita di nuovi mestieri grazie alla volontà di giovani e meno giovani che hanno finalmente trovato spazio per le proprie competenze e la propria creatività”.

Come guardare al futuro prossimo?

“Qualcosa sta cambiando, un nuovo futuro sta per emergere. E probabilmente proprio qui in Sicilia, dalla provincia più povera d’Italia siamo tra i primi a percepire il futuro che emerge, la crepa che si apre, e a trasformare l’opportunità in sviluppo, attraverso una delle più grandi innovazioni degli ultimi decenni. Quella che vede comunità intere accogliere la complessità, prenderne consapevolezza e imparare a co-gestirla. Per una crescita sana, responsabile e sostenibile nel tempo. Che sposta la consapevolezza da ego a eco-sistema, ricongiungendosi cosi al significato originario della parola “economia”: oikos – nomos, le regole della casa, la casa di tutti. Nessuno escluso. Perché come dice Papa Francesco: “non si vince da soli”.

Filippo Cardinale

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