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Turismo e crisi, Sciacca tra le più colpite. Interessante studio della New Mercury Tourism Consulting

SCIACCA. Sul flusso turistico di Sciacca, il nostro giornale ha partorito innumerevoli articoli. Basta cliccare nella casella di ricerca della home page “presenze turistiche Sciacca” per avere contezza. Articoli sempre suffragati da dati ufficiali.

A riprova di quanto abbiamo sempre sostenuto, è estremamente interessante leggere uno studio commissionato dall’Assessorato regionale al Turismo della Regione siciliana alla NMTC (New Mercury Tourism Consulting)  di Firenze. Essa  è una società di ricerca fondata da  Emilio Becheri, uno dei maggiori esperti di turismo, nonché autore di molte pubblicazioni, ricerche e analisi di mercato partire dal 1979 ad oggi. Il titolo dello studio è “2020, gli effetti della pandemia in Sicilia per un possibile cambiamento”.

Ovviamente, lo studio si sofferma su diverse città turistiche siciliane. Noi prendiamo la parte che riguarda Sciacca. Lo studio è stato elaborato dal gruppo di lavoro costituito da Emilio Becheri, Giacomo Becheri e Antonio Rana.

Per quanto riguarda Sciacca, lo studio così analizza: “La località sembra attraversare un lungo momento di difficoltà, iniziato già nell’ultimo decennio . La lettura di quanto è avvenuto negli ultimi anni a Sciacca non è facile per alcune lacune nelle statistiche raccolte che hanno portato l’Istat a valutare per il 2016 lo stesso numero di presenze del 2015, evidentemente perché i dati non sono stati raccolti nel modo dovuto. 
Dai dati relativi al 2016-2019 l’andamento del turismo sembra motto negativo con un tasso complessivo di variazione molto negativo pari al -12,5% che ha ridotto le presenze totali di un terzo, in particolare le presenze dei nazionali sono di diminuite di più del 56% ad un Tma del -24,4%.  La località ha vissuto una crisi simile a molte are località termali ma un pò più ritardata e più accentuata. Di fatto nel passaggio dal 2016 al 2017, secondo i dati Istat c’è un salto negativo non giustificato con una riduzione del -58,7% del movimento dei nazionali e del -13,0% delle presenze internazionali., per una media del -31,2%.
Negli ultimi anni l’andamento sembra essersi assestato intorno a quello dei 2017, ma sempre con una tendenza alla diminuzione come mostra il calo di presenze complessive vissuto negli ultimi due anni (2017-2019) pari al -2,7%. Viste le condizioni base Sciacca è una delle località che più sembrano subire gli effetti della pandemia con una diminuzione complessiva di presenze compresa fra il -69% ed il -73%, determinata dal calo dei residenti compreso fra -33% e -38% ed un calo dei turisti stranieri dal -81% al -86%, il più alto previsto per tulle le località considerate”. 

Il turismo nella nostra Sciacca è spesso affrontato con evidente superficialità, a volte senza cognizione di causa. A volte, capita anche questo, si fa una stima delle presenze a naso, magari da parte di qualche amministratore che in giro per la città a ferragosto “vede tanta gente in giro”.

Abbiamo innumerevoli volte scritto che Sciacca ha perduto il suo zoccolo duro già da oltre 10 anni, lasciando la cifra delle 600.000 presenze annuali per attestarsi a poco meno della metà. Uno scossone forte all’abbattimento dello zoccolo duro è dovuto alla chiusura del complesso alberghiero di Torre Macauda, delle Terme, oltre alla mancanza della nascita di nuove e significative strutture ricettive. Insomma, Sciacca manca non solo di una visione programmatica, ma manche anche della capacità di creare nuovi e significativi posti letto.

La crisi del turismo che interessa la nostra Sciacca, che è evidenziata anche nello studio della New Mercury Tourism Consulting  di Firenze. e commissionato dall’Assessorato regionale al Turismo della Regione siciliana, è una realtà che il Corrieredisciacca.it

Il forte calo delle presenze turistiche è stato da noi analizzato dal 2011 fino ad oggi sulla scorta di dati ufficiali che abbiamo custodito gelosamente nella nostra redazione. Del resto, il Corrieredisciacca.it annualmente pubblica le risultanze e basta consultare l’archivio dei nostri articoli nell’apposita casella di ricerca della home page; basta digitare la frase “presenze turistiche”.

Il dato inconfutabile è che siamo passati dalle 600.000 presenze del 2010 alle 292.000 del 2019.  Si può discettare su cosa offre Sciacca, in termini di servizi e svago, ai turisti, ma se una città perde posti letto con cifre imponenti, il risultato non può che essere una consistente diminuzione di turisti.

Basta pensare che i primi 8 mesi del 2011 hanno registrato 348.774 presenze, mentre nell’intero 2019 sono state 291.965.

Nel 2012 a Sciacca si sono registrate 457.640 presenze. Erano ancora aperti Torre Macauda e le Terme. Poi, la chiusura di Torre Macauda e nel 2013 l’inanellarsi di cali delle presenze. Nel 2013 sono state 351.375, nel 2014 360.707, nel 2015 337.444, nel 2016 365.040, nel 2017 364.918, nel 2018  291.965. Il 2019 ha registrato 291.965 presenze.

Siamo lontani da quello zoccolo duro di 600 mila presenze. E certamente, il settore turistico saccense non può certo alimentarsi con una cultura pressapochista, mediocre, a tratti da incompetenza.

Nel buio pesto della visione, una eccezione culturale fa il Museo Diffuso 5 Sensi. Una realtà che ha una proiezione culturale che spezza l’idea di un turismo inteso alla vecchia maniera. Ma da solo non basta.

Filippo Cardinale

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