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Tra il primo e il secondo turno, Messina statico mentre Termine decolla

SCIACCA- Si dice che il ballottaggio è una partita “diversa”, si ricomincia daccapo. Può essere e così sarà. Ma i numeri sono numeri e lasciano traccia.

Cominciamo con l’affluenza. Al primo turno vanno a votare 22.511 elettori su 35.605 aventi diritto. Al secondo turno alle urne si recano in 19.011; c’è un calo di 3.500 elettori.

Al primo turno, Messina ottiene 8.076 voti pari al 39,9%, mentre Termine ha un consenso di 7.409 voti pari al 36,85%. Al primo turno, dunque, Messina ottiene 667 voti in più.

Al secondo turno il quadro è totalmente diverso. Intanto, come abbiamo scritto su, vanno a votare 3.500 elettori in meno. C’è la rimonta di Termine mentre Messina riesce ad aggiungere qualche centinaio di voti in più rispetto al primo turno. Messina, infatti, totalizza 8.728 voti, 652 voti in più che in media sezione significa 15,52 voti. Termine schizza da 7.409 a 10.014 con 2.605 in più, pari ad una media differenza sezione di 62 voti. Una differenza che consentirà a Termine di mantenere costantemente il vantaggio.

La campagna elettorale di Termine nel secondo turno è stata più incisiva, più coinvolgente, più espansiva nell’attrazione del consenso. E’ in questa seconda fase che Termine muta anche strategia caratteriale: si mostra più pacato e moderato rispetto al primo turno. Tale cambio di passo ha influito certamente sulla scelta dei “diversamente giovani”.

Non c’è dubbio che l’apporto del PD è stato fondamentale nella vincita di Termine. Senza il PD la storia elettorale appena finita avrebbe avuto un andamento diverso. Fermo restando la follia del centrodestra frantumato. I dati nazionali di ieri dimostrano lo sbandamento del centrodestra autodistrutto per le divisioni interne.

Dunque, termine recupera 2.605 voti rispetto al primo turno, Messina solo 652.  Una differenza che dimostra la dinamicità del consenso di Termine e la staticità di quello di Messina, nonostante l’apparentamento.

Termine vince con un distacco finale di 1.286 voti ma a fronte di un importante recupero.

L’elettorato si è espresso, ma i numeri vanno letti bene. Alla fine, ha determinato il sindaco un’affluenza del 52% mentre il 48% è rimasto a casa. Di questo 52%, 10.014 hanno votato Termine, mentre 8.728 Messina.

Rispetto agli aventi diritto e gli effettivi votanti, Termine vince con il 28,12% reale di elettori, mentre Messina perde con il 24,51%.  Numeri che non esprimono, certamente, “la città”, ma solo una porzione di essa.

Filippo Cardinale

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