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TERME,UNA LETTERA DI SOLLECITO SCAMBIATA PER DECRETO

Ormai sulle terme siamo alle farse da film comici. Risate gratuite e senza impegno di spesa. E’ un gioco a chi le dice più grosse, le balle. E chi spara balle non ha più limiti, riuscendo anche a scambiare una lettera di sollecito firmata da Baccei come decreto di concessione dei beni termali. E ci rimane di stucco quando a sparare balle sono membri del governo Crocetta.

Ovviamente, siccome gli spari delle balle fanno rumore, l’eco giungo fino a Sciacca, passando da Bivona dove la balla stessa assume i contorni di un calendario che risente di un tasso alcolico eccessivo.

La campagna elettorale è in pieno svolgimento e il gran chiasso attorno alle terme è un evidente strumento elettorale. Ma torniamo al fantomatico decreto che la Lo Bello ha dichiarato di averlo consegnato in Giunta, mentre Panepinto ha dichiarato che il decreto è pronto per il 25 novembre.

Il 19 ottobre, l’assessore Baccei scrive al Dirigente del Dipartimento regionale delle Finanze sollecitandolo “al fine di non svilire il proseguimento degli obiettivi, a procedere secondo la proposta formulata con la nota 24278 del 3 ottobre 2017, già condivisa dallo Srivente all’atto dell’intervenuta trasmissione alla Giunta di Governo”.

Apriti cielo, una semplice sollecitazione, che palesa le difficoltà in corso e un procedimento che risente del clima elettorale, è stata intesa come già atto di Governo, Decreto.

Dopo l’atto notarile, la Terme di Sciacca Spa doveva provvedere alla consegna dei beni alla Regione. Per poter procedere poi al passaggio, tramite concessione, dei beni dalla Regione al Comune necessita una convenzione che contiene tutte le modalità, oneri, responsabilità, costi.

Ad oggi, di tutto questo non sappiamo nulla e, sinceramente, ci dispiace che il sindaco Francesca Valenti assecondi il turbolento iter da parte della Regione, di un assessore Baccei che vuole subito sbarazzarsi della patata bollente delle terme. Ci dispiace che il sindaco, professionista valido, non senta il bisogno di mettere un freno alla questione stoppando questa corsa di chiaro tono di strumentalizzazione politica. La questione è seria, interessa la città. Ci sono condizioni che il Comune deve accollarsi.

E allora, carte sul tavolo. Prima vediamo le condizioni, poi si discute. Ma le condizioni non possono essere certamente a senso unico, cioè da Palermo a Sciacca.

Filippo Cardinale

 

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