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TERME, LA REGIONE ATTENDE “GLI ESPERTI TECNICI” DEL COMUNE

In questi giorni si è rinverdita la tematica relativa alle Terme. Siamo sotto elezioni e la lotta politica tira fuori svariati argomenti. A Sciacca non poteva mancare, ovviamente, quello della risorsa termale. Dopo la volata finale, degna del più forte ciclista, avvenuta prima delle elezioni regionali con la nota sottoscrizione della concessione di alcuni beni termali al Comune di Sciacca, la corsa ha subito un rallentamento preoccupante.

Premettiamo che l’atto di concessione sottoscritto ha una condizione vincolante che si trova all’articolo 13 del medesimo documento e che recita: Il presente atto obbliga le parti solo dopo che lo stesso sarà approvato e reso esecutivo a norma di legge e previa acquisizione in consistenza dei beni oggetto di concessione.

Allo stato attuale, dunque, c’è una zona grigia nella quale il passaggio in concessione dei beni termali non si è ancora concretizzato. Paradossalmente, i beni concessi sono rimasti in “aria”. La Regione ha sottoscritto la concessione come, del resto, il Comune, ma per legge l’atto non produce obblighi per via della mancata verbalizzazione della consistenza dei beni. Ma c’è una terza entità, cioè la Terme di Sciacca Spa che rimane con le chiavi di tutti i beni termali.

Facciamo un passo a ritroso fino al 13 dicembre 2017, quando a Palermo, nell’assessorato regionale all’Economia, si sono riuniti il dirigente generale del Dipartimento Finanze, Gaetano Chiaro, la dirigente del Servizio 7° dello stesso Dipartimento, Elena Scalone, il geometra Giovanni Adamo, il sindaco e il vice sindaco di Sciacca, Francesca Valenti e Filippo Bellanca, il commissario liquidatore della Terme di Sciacca Spa, Carlo Turriciano.

La riunione è stata verbalizzata, ovviamente. Quale lo scopo della riunione? Quella di approfondire le diverse tematiche legate al percorso efficace da intraprendere per la redazione e verifica dello stato di uso e conservazione dei beni immobili del compendio delle Terme di Sciacca, oggetto della concessione del 25 ottobre 2017.

Lo scorso 30 ottobre 2017 su eseguito un sopralluogo. Poi non risultano altri sopralluoghi al fine dell’acquisizione in consistenza dei beni. Però un punto chiave è stato marcato: l’attività di verifica sul posto per accertare lo stato di conservazione e manutenzione degli immobili e degli impianti propri degli immobili, nonché dell’impiantistica termale sarà svolta dagli Uffici tecnici competenti del Comune di Sciacca, con la presenza e disponibilità del personale della Terme di Sciacca Spa.

Ma c’è di più. Il Dipartimento regionale tecnico assume il ruolo di “supervisor” delle verifiche secondo gli step (nel verbale il termine inglese è stato mortificato con uno “stap”) che il Comune comunicherà di volta in volta.

Nello stesso tempo, il Dipartimento regionale tecnico e il Dipartimento economia cureranno la regolarizzazione di tutta la documentazione catastale e degli atti amministrativi.

Ma se il commissario liquidatore della Terme di Sciacca Spa dice che “fino ad oggi nessuno mi ha convocato per iniziare la verifica”, la domanda appare spontanea: ma che hanno fatto, fino ad oggi, i “competenti uffici tecnici” del Comune? A che step sono? E’ mai iniziato uno step?

L’unica cosa certa è che è nata, con delibera del Consiglio comunale, la Commissione speciale per le Terme. Anche qui nulla si sa e la domanda è la stessa: a che step siamo?

Al di là dei demeriti della Regione, oggi il vero nocciolo della questione è iniziare la verifica dello stato di uso e conservazione dei beni immobili. Senza questo verbale, che non è roba semplice ma abbastanza complessa, la corsa ciclistica si è fermata. Stop.

Continuare a giocare allo scaricabarile serve a poco. E che a politica la smetta di imputare colpe a secondo del colore politico. Le terme sono chiuse, continuano ad essere chiuse, e molto probabilmente resteranno ancora chiuse per molto tempo.

Filippo Cardinale

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