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TERME, FUMO ATTORNO AL DISEGNO DI LEGGE. RESTERANNO CHIUSE ANCORA PER ANNI

Il disegno dei legge prevede 38 articoli per la regolamentazione del bacino idrotermale. Solo il 39° articolo, due righe, dice che la Regione è autorizzata all’acquisto dei beni immobili. Per adesso, tutto qui

Come al solito, l’entusiasmo della politica induce ad amplificare novità che, nella sostanza, non esistono. E’ il caso dell’annunciato disegno di legge che dovrebbe tirare fuori dal pantano le terme di Sciacca e di Acireale. Il disegno di legge è costituito da 39 articoli, uno solo, proprio il 39esimo di due righe sotto forma di “norme transitorie” è dedicato alla “novità”: La regione siciliana è autorizzata all’acquisto dei beni immobili delle società Terme di Sciacca Spa e Terme di Acireale Spa, entrambe in stato di liquidazione al fine di costituire ad unità i relativi complessi termali di Sciacca e di Acireale. Per la finalità di cui sopra il Ragioniere Generale è autorizzato a contrarre un mutuo trentennale cui si farà fronte con le entrate derivanti dalle concessioni” .

I precedenti 38 articoli del disegno di legge disciplinano la tutela e la valorizzazione sanitaria, riqualificazione e salvaguardia territoriale del patrimonio idrotermale siciliano, dell’assetto ambientale e idrologico dei territori interessati, la ricerca, coltivazione e utilizzazione delle acque termali. Tutto qui. L’articolo 36 istituisce il “marchio terme di Sicilia” riservato ai titolari delle concessioni minerarie per le attività termali.

Dunque, il disegno di legge che deve essere presentato in aula e approvato, dedica due righe al vero nocciolo della questione: la Regione è autorizzata ad acquistare i beni delle società termali di Sciacca e di Acireale. Deve contrarre un mutuo le cui rate saranno pagate con i canoni di concessione che ancora devono essere stabiliti, come deve essere accantonata la cifra che serve per l’acquisto dei beni immobili delle due società termali. Poi deve avvenire tutto il resto.

Le soluzioni prospettate dall’assessore Baccei, cioè quelle di riacquisire i beni immobili della Sciacca Terme Spa e di revocare l’usufrutto in capo alla società termale, sono solo idee che dovrebbero essere concretizzate successivamente in un emendamento alla finanziaria, tanto è vero che l’articolo specifico, il 39, è sotto forma di norma transitoria. Banco di prova terribile, perché il provvedimento dovrebbe interessare ambedue le società termali, quella saccense e quella acese. E qui casca l’asino. O meglio l’elefante, visto l’ampiezza dell’ostacolo. Ci sarebbe una lobby politica catanese che tende a degradare ancor di più il complesso termale di Acireale che tra l’altro è interessato da istanza di fallimento. Una lobby che mira a acquisire la risorsa termale acese con occasioni da saldi di fine stagione. Sorge il serio sospetto che fino a quando le due realtà termali saranno collegate dalla medesima sorte di un provvedimento legislativo regionale, le terme di Sciacca avranno una zavorra difficile da togliere.

Concordiamo con la perplessità del sindaco Di Paola quando paventa tempi lunghi. Concordiamo con il deputato Matteo Mangiacavallo quando sottolinea come mai adesso è tutto semplice dal punto di vista burocratico amministrativo quando fino a qualche mese fa era tutto complesso e impossibile.

Il disegno di legge deve passare per l’approvazione all’Assemblea regionale. Non è scontato che esso sia approvato. Ci sono forti giochi che vanno contro lo spirito del disegno di legge. Freni che provengono dal versante catanese. Altra perplessità riguarda la tempistica. Ammesso che il disegno di legge venga approvato, la norma transitoria, l’articolo 39, quello che autorizza la Regione all’acquisto dei bei immobili, deve essere rimodulato nella legge finanziaria. Poi bisognerà mettere in atto tutti i provvedimenti consequenziali. Conoscendo la velocità burocratica della Regione, ne scorrerà acqua sotto i ponti. Con l’aggravante che sono stati vietati i mini bandi.

Dunque, anche se vengono completati i lavori di allaccio fognario delle strutture di via Agatocle, le terme rimarranno chiuse. Fatta questa premessa, altre tre considerazioni vanno elaborate.

Concessione al Comune delle strutture . Qui bisogna stare con gli occhi aperti. La Regione, senza soldi, tenta di sbarazzarsi delle Terme. Se l’idea della concessione al Comune per il periodo di elaborazione del bando e della sua pubblicazione sembra buona, c’è da stare attenti e con gli occhi aperti. La Regione tenterà di accollare al Comune, in un provvedimento di concessione, gli interventi di manutenzione. Cosa che il nostro Ente non può assolutamente accollarsi. Ma attenzione, però. L’acquisto dei beni da parte della Regione avverrà con un mutuo chiesto dalla stessa medesima, ma a pagare le rate sarà il titolare della concessione. E se la Regione dà la concessione al Comune sarà questo a far fronte alle rate. Che bella idea! Io acquisto, tu paghi.

Preparazione del bando. Con l’eventuale concessione delle strutture, al Comune viene anche affidato il compito di elaborare e pubblicare il bando internazionale di evidenza pubblica. Siamo di fronte ad un bando complesso, di natura assai variegata, e che ricade nel campo del settore ricettivo-sanitario-turistico. Un bando complesso che va accompagnato anche da un piano industriale-finanziario di spessore assai complesso. Solitamente, si ricorre a società specializzate nel settore. E’ attrezzato il nostro Comune?

Revoca dell’usufrutto. Con l’usufrutto trentennale in capo alla Terme di Sciacca Spa, la società termale ha il peso economico delle manutenzioni, di pagare le tasse comunali (consistenti) e di far fronte a diversi incombenze costose. E’ interesse del liquidatore Caro Turriciano rimettere subito l’usufrutto nelle mani della Regione per evitare l’accrescere dei debiti per tasse, tributi, etc.

Noi siamo convinti, è lo è anche il sindaco Di Paola dalle parole espresse in una nota stampa, che i tempi saranno lunghi. Paradossalmente, il fantomatico disegno di legge trancia ancora di più un’apertura a breve delle terme saccensi. Infatti, la Regione ha detto no ai minibandi. Appare davvero incredibile, nel contempo, come ad un tratto, secondo la Regione, tutto sia diventato possibile. Era stata la dirigente Terrenova a dire, nelle varie riunioni palermitane, che la Regione non poteva assolutamente riacquisire i beni della Terme di Sciacca Spa.

Vai a capire ciò che realmente sta succedendo.

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