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TERME, COME “TOTO’ TRUFFA”. IL BACINO IDROTERMALE E’ RIMASTO ALL’AZIENDA AUTONOMA DELLE TERME

Nonostante l’impegno a costringere ogni voglia di scrivere, l’assist offerto dalla politica in queste ultime ore è irresistibile. E’ come trovarsi davanti la porta senza il portiere e ficcare in rete la palla con estrema facilità.

Girano e rigirano nella mia mente gli indimenticabili fotogrammi del film di Totò, “Totò truffa”. Come non dimenticare quella incredibile vendita della fontana di Trevi all’ignaro americano?

Ma la comicità è qui a Sciacca, a portata di mano. Sono le terme. Premettendo che ancora ad oggi il liquidatore della Terme di Sciacca Spa, Carlo Turriciano, attende la signora Regione per consegnare parte dei beni, c’è un altro punto importante che sfugge: il bacino idrotermale.

Roba da poco? No, assolutamente. E qui entra in gioco la vendita della fontana di Trevi. L’affrettata e politicizzata consegna di un pugno di beni in concessione al Comune pecca della sostanza principale: il bacino idrotermale. Che terme sono senza il bacino idrotermale? Sapete chi è il concessionario del bacino idrotermale di Sciacca? Della sempre viva, nonostante la liquidazione (mai chiusa), Azienda Autonoma delle Terme di Sciacca. Manco dell’ormai prossima estinzione della Terme di Sciacca Spa.

Il bacino minerario e idrotermale siciliano, prima gestito dall’Ente minerario, oggi è dell’assessorato all’Industria e Energia. Attualmente, dunque, il “passaggio” di una parte dei beni delle terme al Comune avviene senza bacino idrotermale. Certo, perché è in concessione all’Azienza Autonoma delle Terme. Gli alberghi di Antonio Mangia pagano alla mai morta Azienda la bellezza di 40 mila euro all’anno per la fruizione.

Tutto ciò significa che la fretta con cui l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, contiene una serie di buchi neri incredibili.

Tra questi c’è l’annunciata visita a Sciacca per mercoledì prossimo per “consegnare” i beni al Comune. Teatro proprio le terme, davanti allo stabilimento. Il provvedimento pare non abbia il crisma della delibera di Giunta regionale. Crocetta non vuole licenziare atti che non siano di ordinaria amministrazione. Molto probabilmente, il provvedimento che Baccei porterà a Sciacca è un atto assessoriale. Ma tutti, tranne chi dovrebbe saperlo per professione, sanno che il decreto di concessione passa attraverso una convenzione che necessariamente deve essere approvata dal Consiglio comunale. La convenzione approvata farà parte integrante della delibera della Giunta regionale.

Ma la domanda è: perché il sindaco Francesca Valenti si presta, sotto le elezioni, ad una palese rappresentazione politica che rischia di ripercuotersi contro di lei? Cosa accetta da Baccei, una scatola vuota? Una scatola piena di trappole, oneri, costi, responsabilità, senza avere cognizione, senza discuterne con la città, con il Consiglio comunale? E se poi le condizioni sono insopportabili per un Comune privo di soldi come il nostro? Che dirà alla gente?

Se quanto annunciato in pompa magna da deputati e membri di governo regionale conterrà il frutto di un’ulteriore scivolone della politica, sarà difficile per il sindaco frenare la delusione dei saccensi.

Filippo Cardinale

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