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Tassa di soggiorno usata per scopi diversi, ad Agrigento rivolta degli operatori turistici.

SCIACCA. Il  D. Lgs. n. 23/2011 stabilisce che il gettito derivante dall’imposta di soggiorno deve “essere destinato a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali”. Ma ad Agrigento la destinazione dei fondi raccolti è stata ben diversa.
“Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, anche la nuova amministrazione sta ripercorrendo la strada della precedente senza ascoltare le indicazioni che pervengono dalla consulta del turismo. Un chiaro esempio viene dal finanziamento delle manifestazioni di fine agosto indette dal Comune”
Per Tante Case Tante Idee, Abba, Assoturismo, Assohotel, Confesercenti, “la tassa di soggiorno dev’essere un tesoretto utile per migliorare l’offerta turistica e su questo siamo tutti d’accordo”.
Le associazioni hanno dato incarico ai legali di valutare la possibilità di non far più pagare l’imposta ai clienti che frequentano le strutture degli associati, invitando al contempo le altre associazioni e gli albergatori a fare lo stesso, almeno fino a quando l’amministrazione comunale non tornerà sui suoi passi concordando con la Consulta sul Turismo la destinazione dei fondi raccolti dalle strutture turistiche e che, si ricorda, devono servire a migliorare l’offerta”.
Enzo Agrò di Conflavoro, in particolare esorta il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, presidente della Consulta del Turismo, “a riconoscere il giusto ruolo alla Consulta, ovvero recepire l’indirizzo dato dagli operatori. Questi chiedono che il tesoretto della tassa di scopo debba essere ben speso e in modo produttivo perché rappresenta una risorsa utile per rilanciare il turismo nella città di Agrigento. Suggerisce di cominciare dalla programmazione, altrimenti ci si ritroverà a dover spendere soldi senza che questi siano utili al turismo del territorio”.
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