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SULLA SFIDUCIA I DETTAGLI DELLE “ANOMALIE” DI MONTALBANO. “NON IDONEO A RICOPRIRE IL RUOLO”

Con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio comunale, all’assessorato regionali delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, ai Consiglieri Comunali e al sindaco, i consiglieri comunali del centrodestra che hanno firmato la mozione di sfiducia e l’indipendente Cinzia Deliberto, espongono la controdeduzione a quanto scritto dal Presidente del Consiglio comunale ed in merito alla seduta del 3 febbraio scorso, seduta nella quale era all’ordine del giorno la discussione della mozione di sfiducia.

LA QUESTIONE DEL PARERE DEL MINISTERO DELL’INTERNO. I consiglieri preliminarmente prendono atto che il Presidente del Consiglio “ha ritenuto di adeguarsi, circa l’esito della mozione di sfiducia, ad un parere del Ministero dell’Interno risalente al 15.01.2004, reso nell’ambito di una sconosciuta fattispecie e rispetto a quesito relativo ad un altrettanto sconosciuto Comune certamente non siciliano, nonostante sull’argomento “non si individui una specifica disciplina nella legge o nel regolamento comunale, né si rinviene specifica pronuncia giurisprudenziale, né alcuna indicazione specifica risulti essere stata resa da parte dell’Assessorato regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica”, come sottolineato nella nota a firma del Segretario Generale del 07.02.2020, a lei indirizzata.  E ciò in una Regione che, come è noto, ha competenza esclusiva in materia elettorale e di funzionamento degli Enti Locali”.

Sulla questione descritta in premessa, i consiglieri si riservano ulteriori e successive valutazioni ed iniziative.

LA PAROLA NON CONCESSA AL CONSIGLIERE BONO. Il nocciolo della questione si riferisce “al contorto e fuorviante argomentare circa la presunta impossibilità di concedere la parola al richiedente Consigliere Bono. I consiglieri evidenziano:

Con l’illustrazione delle mancanze che, secondo i firmatari della mozione di sfiducia, sono da imputare al Presidente del Consiglio comunale, viene evidenziata “una evidente e strumentale erronea interpretazione del regolamento, finalizzata esclusivamente a giustificare un precostituito atteggiamento di parte, concepito sin dalla individuazione della data della seduta di Consiglio Comunale, fissata sulla base della richiesta dell’Amministrazione e non della maggioranza della conferenza dei capigruppo e successivamente concretizzatasi con il sopra esposto atteggiamento surrettiziamente orientato a non consentire la trattazione della mozione di sfiducia in una data in cui sarebbe stato raggiunto il plenum del Consiglio”.

Infine, i consiglieri comunali del centrodestra che hanno firmato la mozione di sfiducia e l’indipendente Cinzia Deliberto, comunicano al Presidente del Consiglio comunale di “non ritenerlo più soggetto legittimato a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio e non la riconosciamo più come tale”. E ancora giù duro: “Il contenuto della sua nota, sul piano politico, segna una distanza siderale con i consiglieri proponenti la mozione di sfiducia, rispetto ai quali lei ha tenuto un comportamento non confacente alla sua funzione istituzionale di organo super partes. Il suo atteggiamento aggrava ulteriomente la crisi politica cittadina, già di per sé appesantita dalla presenza di un’amministrazione priva di maggioranza, con notevoli ripercussioni sui lavori del Consiglio Comunale”.

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