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STABILIZZAZIONE PRECARI, UN PARERE DELLA CORTE DEI CONTI STOPPA LA PROCEDURA. LA MOSSA DELL’ARS

I precari che erano prossimi alla stabilizzazione dovranno attendere. Lo stop nasce da due pareri che la Corte dei Conti ha emesso rispondendo ad altrettanti dubbi sollevati dai sindaci di San Pier Niceto e Milazzo. Quesiti che hanno riverbero su tutta la Sicilia. Da un anno, grazie al decreto Madia, a ogni Comune è stato consentito di bandire concorsi riservati ai soli contrattisti senza rispettare una precedente norma che imponeva di assegnare la metà dei posti disponibili all’esterno, cioè a lavoratori del tutto nuovi che sarebbero stati selezionati con un normale concorso aperto a tutti.

In buona sostanza, sarebbe stato garantito l’occupazione  al 100% dei precari storici degli enti locali. La Regione mette sul tavolo 187 milioni all’anno. Il decreto Madia ha imposto ai sindaci solo di portare a termine le stabilizzazioni fra il 2018 e il 2020.

In Sicilia da un anno fioccano i concorsi. Ogni settimana la Gazzetta Ufficiale è invasa da bandi riservati ai precari storici. Nel solo 2018 hanno avviato le procedure ben 253 Comuni dell’Isola. E 47 di questi hanno concluso il percorso arrivando anche a far firmare i contratti ai precari: sono gli unici centri in cui il personale è salvo. In altre 74 amministrazioni il concorso è alle ultime battute e così sono di fatto sull’uscio del Comune 2.385 lavoratori. Mentre in 142 città e paesi il concorso è appena stato bandito e tutto l’iter sta di fatto iniziando in queste settimane coinvolgendo 4.984 precari.

Tutto si è fermato fermato ieri di fronte alla risposte dei maggistrati della Corte dei Conti. I sindaci di San Pier Niceto e Milazzo hanno chiesto di chiarire se, malgrado le nuove regole della Madia sulle procedure, dovesse ancora essere rispettata una norma di natura contabile che impone di destinare la metà di tutti i fondi stanziati per le assunzioni alla selezione di personale esterno. Sono norme dettate per evitare che tutti i posti liberi nelle amministrazioni pubbliche finiscano per essere «vietati» a giovani che si affacciano ora sul mercato del lavoro. Dall’altro lato però – ricordano i sindacati – c’è il diritto a essere stabilizzato di chi è in servizio con contratto a termine anche da 20 anni.

I magistrati contabili hanno risposto spiegando che la norma di natura contabile va ancora applicata. Soprattutto quando  la Regione dà anche altre somme ai sindaci oltre a quelle normalmente stanziate per le assunzioni. In pratica la metà dei soldi va destinata a selezionare personale nuovo e dunque la metà dei posti andrebbe riservata a chi cerca solo ora di entrare in una pubblica amministrazione.

Non appena la notizia si è sparsa, in tutta la Sicilia i sindaci si sono fermati. Casi di precari bloccati al momento di firmare il nuovo contratto si sono già registrati nel Trapanese. E un po’ ovunque i primi cittadini hanno comunicato ai sindacati che è necessario un periodo di stand by sulle procedure.

Ora si attende che la Regione faccia una mossa per rimuovere il rischio della responsabilità per un eventuale danno erariale che per ora pende sui sindaci. E l’assessore agli Enti Locali, Bernadette Grasso, ieri ha fatto sapere che la Regione sta già compiendo la propria mossa. Nella Finanziaria che l’Ars inizierà a votare da lunedì con l’obiettivo di arrivare all’approvazione entro giovedì 14, è previsto un emendamento del governo che scioglierà i dubbi.

I sindacati, però,  restano molto preoccupati. Ritengono che l’assessorato avrebbe dovuto muoversi in modo più rapido. C’è anche chi alla Regione teme che quell’emendamento che dovrebbe salvare i precari possa avere qualche profilo di illegittimità e possa quindi essere a rischio di impugnativa da parte del governo nazionale. E per questo motivo è anche possibile che in attesa di una mossa anche da Roma tutto resti bloccato.

(Nella foto, un folto gruppo di precari di Montevago che recentemente sono stati stabilizzati)

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