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Spostò transenna durante Giro d’Italia e travolse centauro sambucese: udienza spostata al 4 novembre

SAMBUCA DI SICILIA.   Il giudice Alessandra Vella, per esaminare meglio tutte le richieste pervenute dalla difesa dell’imputato, ha rinviato l’udienza preliminare al 4 novembre. Il procedimento giudiziario si riferisce al tragico incidente avvenuto in occasione della partenza della tappa di Agrigento del Giro d’Italia. L’imputato, il 72enne Gaetano Agozzino, è accusato di avere travolto e ucciso con la sua Fiat Stilo il motociclista Leonardo D’Amico, agente di commercio di 48 anni, di Sambuca di Sicilia. Il centauro morì dopo quasi un mese di agonia.

Su Agozzino pendono due capi di imputazione: resistenza a pubblico ufficiale e omicidio stradale. La difesa dell’imputato aveva chiesto il giudizio abbreviato condizionato all’acquisizione di
una consulenza che potesse chiarire meglio la dinamica dei fatti e, in particolare, la velocità tenuta dall’auto.

Adesso, anche la parte civile, rappresentata dal penalista saccense Aldo Rossi, chiede di produrre delle indagini difensive che dovrebbero avere messo meglio a fuoco la successione dei fatti.  L’incidente avvenne nei pressi di contrada Maddalusa, il 9 maggio del 2018 in occasione della tappa agrigentina del Giro d’Italia di ciclismo.

Secondo gli inquirenti, Gaetano Agostino avrebbe violato l’alt degli addetti dell’Anas, che gli avevano imposto di non superare la transenna collocata per non far accedere i veicoli sul tratto interessato alla gara ciclistica. Agozzino disattese il divieto rimuovendo le transenne e investendo la moto di D’Amico che sopraggiungeva sul circuito.
Le indagini sono proseguite anche per comprendere a che titolo il motociclista quarantottenne di Sambuca di Sicilia avesse il pass per stare dentro il tracciato con la sua Bmw , considerato
che l’organizzazione del Giro d’Italia aveva dichiarato ai magistrati inquirenti di non avergli concesso alcun accredito.
Questo aspetto, che è secondario ai fini del processo, non sarebbe stato del tutto messo a fuoco.

Agozzino aveva spiegato al magistrato di aver perso la testa perché gli addetti dell’Anas gli avevano detto che avrebbe dovuto aspettare molte ore prima di potere rientrare a casa.

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