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Servizio idrico, affitto ramo d’azienda: per i sindaci troppo oneroso e rischioso

AGRIGENTO. Oggi pomeriggio alle ore 16 riunione tra il vertice dell’Ati e dell’Aica. La situazione che riguarda il servizio idrico è grave e di non facile soluzione.  La questione dell’affitto del ramo d’azienda delle fallite Girgenti Acque e Hydortecne da parte dell’Aica non è di facile soluzione. Permetterebbe alla nuova società consortile di partire utilizzando strutture e personale del precedente gestore.

Un accordo tra le parti che però, al momento non c’è e deve comunque arrivare entro oggi, pena l’attivazione dei licenziamenti. La curatela fallimentare, infatti, nei giorni scorsi aveva fatto una proposta economica e tecnica ad Ati e consortile; proposta  che è stata però ritenuta non ricevibile dal tribunale.

I sindaci avevano chiesto una riduzione del canone, 15mila euro mensili.  Importo che per la curatela fallimentare “è appena sufficiente a coprire i costi dei canoni locatizi”. Avevano chiesto anche uno “scudo” che li proteggesse dal ribaltamento di eventuali costi aggiuntivi oggi non noti.

La curatela fallimentare ha però chiarito che questa strada non è in alcun poco praticabile e ha soprattutto evidenziato che occorre “tutelare i livelli occupazionali”, tenuto conto che la Curatela “non ha conoscenza diretta di soggetti lavoratori rinviati a giudizio né tantomeno dei reati oggetto di imputazione”.

Il tribunale ha autorizzato i curatori “a non apporre i sigilli fino allo svolgimento del servizio pubblico in corso e ha autorizzato la Curatela ad astenersi, allo stato, dall’intraprendere le procedure di licenziamento collettivo dei dipendenti, in attesa delle decisioni che saranno assunte dalla gestione commissariale”. Sigilli che scatteranno, insieme ai licenziamenti, nel caso in cui il contratto non venga firmato.

Le condizioni della Curatela, quindi, sono di un contratto di affitto di 15mila euro mensili per un totale di 6 mesi (3+3), “ferma restando la possibilità di ribaltare al nuovo gestore eventuali oneri oggi non predeterminabili e noti” e il passaggio di “tutti i lavoratori, nessuno escluso”. L’Aica dovrà inoltre versare alla gestione fallimentare gli incassi connessi alle bollette per il periodo di propria competenza e consentire alla curatela fallimentare di incassare le somme dai soggetti morosi. Tutto seguendo un rigido calendario: le somme dovranno essere trasferite periodicamente, pena un recesso immediato dell’accordo.

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